Angolo teologico

Angolo teologico (40)

Messaggi del 25 marzo e 2 aprile 2018

Messaggio a Marija del 25 marzo 2018
Cari figli! Vi invito a stare con me nella preghiera, in questo tempo di grazia, in cui le tenebre lottano contro la luce. Figlioli, pregate, confessatevi ed iniziate una vita nuova nella grazia. Decidetevi per Dio e Lui vi guiderà verso la santità e la croce sarà per voi segno di vittoria e di speranza. Siate fieri di essere battezzati e siate grati nel vostro cuore di far parte del piano di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento teologico

Il messaggio espone un insieme di raccomandazioni rivolte a tutti noi, al fine di poter vivere un cristianesimo sempre più fervido e concretamente impegnato. Ogni frase si succede all’altra come una cascata di acqua sorgiva che rimbalza di volta in volta verso i cristiani per far loro assaporare la freschezza e il mistero di quell’acqua che zampilla per la vita eterna, a cui tutti dobbiamo attingere per essere dissetati e irrorati.

Anzitutto si pone in evidenza la lotta delle tenebre contro la luce, nel senso che si assiste ad una sconvolgente depravazione che porta l’umanità verso settori sempre più bui e desolanti. Tale scatenamento di oscurità e cattiveria va combattuto, affinché possa essere non solo arrestata ma anche trasformata l’ondata di malessere e di morte che ci viene addosso. A tale scopo non vi è altro rimedio salutare ed efficace che la preghiera: “Cari figli! Vi invito a stare con me nella preghiera, in questo tempo di grazia, in cui le tenebre lottano contro la luce”.

La preghiera non va intesa come un’astrazione dalla vita, una rinuncia al combattimento nelle concrete situazioni in cui ci troviamo a dover lottare e camminare controcorrente. Infatti la Vergine dice che la preghiera deve condurre ad un’autentica conversione di rotta per ritrovare la vita nuova imbevuta della grazia divina, non più soggetta al peccato e all’egoismo: “Figlioli, pregate, confessatevi ed iniziate una vita nuova nella grazia”. Si tratta di un forte impegno quotidiano a non seguire le traiettorie false e malvagie, ma quelle benefiche e salutari. In altre parole, occorre anteporre al male il bene, al vizio la virtù, alla incredulità la fede, alla tiepidezza il fervore.

Tale conversione ha un unico sbocco che è quello di tornare a Dio e metterci nelle sue braccia, per riportarlo al primo posto come gli compete. Solo affidandoci al Signore l’onnipotente e il giusto, possiamo ritrovare forza, coraggio, luce per essere pronti alla lotta contro le tenebre e seguire la strada corretta. Certamente non è facile andare controcorrente, quando la società in cui viviamo è intrisa di menzogna, egoismo, corruzione e materialismo. Per questo occorre ogni giorno abbracciare la propria croce quale strumento valido per allontanare ogni male, anzi a trasformare il male in bene come è stato per Gesù. Il dolore, la prova, le difficoltà, vissute per amore del Crocifisso e con il suo sostegno, diventano non motivo di oppressione e di angoscia, ma al contrario si fanno portatori di serenità, fiducia e coraggio per superare ogni contrarietà e sconfiggere la cattiveria:“Decidetevi per Dio e Lui vi guiderà verso la santità e la croce sarà per voi segno di vittoria e di speranza”.

Infine la Madonna ci invita a riscoprire la bellezza e la nobiltà di essere stati battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, diventando figli di Dio in partecipazione della filiazione divina di Gesù. Che grande cosa! Eppure noi facilmente ci dimentichiamo di essere stati rigenerati con la potenza dello Spirito Santo, quale figli amatissimi del Padre celeste e totalmente trasfigurati in Cristo:“Siate fieri di essere battezzati e siate grati nel vostro cuore di far parte del piano di Dio”.

Ciò dovrebbe causarci un’intima profonda gioia del cuore e soprattutto una sincera gratitudine al Padre che ci ha resi figli suoi, noi povere creature peccatrici. Il suo amore è così grande verso ciascuno di noi, che ci consente di essere stati introdotti nel suo disegno di salvezza e redenti dal sacrificio della croce di suo Figlio Incarnato, il Crocifisso Risorto. Non possiamo trascurare questi richiami materni, anzi essi ci risveglino e ci scuotano per scoprire la nostra grande vocazione, che nasce dal Padre che ci ha rigenerati in figli suoi, ricade in noi attraverso il Verbo Incarnato, che si è fatto nostro fratello, per essere costantemente santificati dallo Spirito Santo.

Messaggio a Mirjana del 2 aprile 2018  
Cari figli, per mezzo del grande amore del Padre Celeste, sono con voi come vostra Madre e voi siete con me come miei figli, come apostoli del mio amore che senza sosta raduno attorno a me. Figli miei, voi siete quelli che, con la preghiera, dovete abbandonarvi in totalità a mio Figlio, affinché non siate più voi a vivere, ma mio Figlio in voi; in modo che tutti quelli che non lo conoscono, lo vedano in voi e desiderino conoscerlo. Pregate che vedano in voi umiltà decisa e bontà, disponibilità a servire gli altri; che vedano che voi vivete col cuore la vostra vocazione nel mondo, in comunione con mio Figlio. Che vedano in voi mitezza, tenerezza ed amore verso mio Figlio, come anche verso i vostri fratelli e sorelle. Apostoli del mio amore, dovete pregare molto e purificare i vostri cuori, in modo che siate voi i primi a camminare sulla via di mio Figlio; in modo che siate voi i giusti uniti dalla giustizia di mio Figlio. Figli miei, come miei apostoli dovete essere uniti nella comunione che scaturisce da mio Figlio, affinché i miei figli che non conoscono mio Figlio riconoscano una comunione d’amore e desiderino camminare sulla via della vita, sulla via dell’unità con mio Figlio. Vi ringrazio”.

Commento teologico

Il messaggio assume una configurazione del tutto speciale, che rivela anzitutto la calorosa maternità di Maria e di conseguenza fa comprendere come il suo amore materno abbia un significato particolare che ne specifica la grandezza e la fondatezza indistruttibile.

Inizia subito dichiarando con schiettezza che, secondo l’amore di Dio Padre, Ella è nostra Madre e noi siamo suoi figli e apostoli radunati accanto a lei: “Cari figli, per mezzo del grande amore del Padre celeste, sono con voi come vostra Madre e voi siete con me come miei figli, come apostoli del mio amore che senza sosta raduno attorno a me”. Questa affermazione risulta decisa e chiara; essa costituisce il fondamento e il valore dei suoi messaggi e della sua presenza in mezzo a noi, suoi figli. Tuttavia questa maternità verso di noi consegue necessariamente dalla sua maternità divina: “Figli miei, voi siete quelli che, con la preghiera, dovete abbandonarvi in totalità a mio Figlio, affinché non siate più voi a vivere, ma mio Figlio in voi; in modo che tutti quelli che non lo conoscono, lo vedano in voi e desiderino conoscerlo”.

Va notato che ella ripete molto spesso, nel percorso del suo messaggio, due espressioni che risultano di una straordinaria dolcezza: per cinque volte dice “Figli miei” e per nove volteripete “mio Figlio”. Dunque congiunge assieme la sua duplice maternità: quella unica e irrepetibile di essere la Madre di Dio per opera dello Spirito Santo e quella spirituale che le è stata affidata da Gesù sulla croce nei confronti del discepolo e in esso dei numerosi discepoli di tutti i tempi.

Tra le due maternità esiste uno strettissimo rapporto e insieme una distinzione radicale. Il rapporto tra il Figlio suo e noi figli suoi sta nel fatto che noi veniamo assimilati a suo Figlio e per questo ci ama teneramente e ci ha resi come suoi figli. In ragione della nostra assimilazione a Cristo, avvenuta nel battesimo, noi veniamo amati quali figli di Maria, in forza precisamente che in noi Ella vede l’immagine di suo Figlio e ci stringe tra le sue braccia come faceva con il Figlio suo. Si tratta di una mirabile concatenazione tra Lui, l’unico meraviglioso Verbo incarnato, concepito nel suo grembo verginale dallo Spirito Santo, e noi, piccole misere creature, rese simili al Cristo per la medesima potenza dello Spirito Santo e per volere amorevole del Padre celeste.

Tuttavia le due maternità di Maria si distinguono e non possono essere confuse né identificate: la prima si tratta della maternità divina, che resta un evento unico e misterioso, che solo la divina potenza ha potuto operare, si tratta del suo capolavoro; mentre noi siamo figli adottivi di Maria e perciò ogni cristiano fa parte di questa famiglia mariana e ne deve sentire tutta la gioia e la serenità di essere custodito, accompagnato, sostenuto dalla Madre del Redentore.

Ne segue che noi, suoi figli, simili al Figlio suo, dobbiamo comportarci come lui si è comportato, e qui la Vergine elenca una catena di atteggiamenti che noi dobbiamo avere se vogliamo rimanere suoi figli nel Figlio suo. L’aspetto da sottolineare è quello che noi, testimoni viventi, riproduciamo l’immagine di suo Figlio quali sue icone fedeli. Per questo gli altri, guardando noi, riconoscano il Cristo e si incontrino con lui. Un compito non di lieve portata, ma nobilissimo: essere umili e buoni; disponibili nel servizio; miti e teneri di cuore sia verso il Figlio suo sia verso i fratelli: “Pregate che vedano in voi umiltà decisa e bontà; disponibilità a servire gli altri; che vedano che voi vivete col cuore la vostra vocazione nel mondo, in comunione con mio Figlio. Che vedano in voi mitezza, tenerezza ed amore verso mio Figlio, come anche verso i vostri fratelli e sorelle”.

L’idea basilare resta quella di essere uniti al Figlio suo, diventare con lui un solo spirito di verità e di amore, possedere i suoi sentimenti, i suoi comportamenti, compiere le sue opere: “Apostoli del mio amore, dovete pregare molto e purificare i vostri cuori, in modo che siate voi i primi a camminare sulla via di mio Figlio; in modo che siate voi i giusti uniti dalla giustizia di mio Figlio. Figli miei, come miei apostoli dovete essere uniti nella comunione che scaturisce da mio Figlio, affinché i miei figli che non conoscono mio Figlio riconoscano una comunione di amore e desiderino camminare sulla via della vita, sulla via della unità con mio Figlio”.

O Madre mia, ci hai nobilitati e innalzati accanto al tuo Figlio Gesù. Ma noi ci sentiamo inadeguati, incapaci, impossibilitati ad uguagliarlo. Come fare? L’unica speranza e forza ci viene proprio da te, Madre dolcissima. Tu ci sei vicina, tu ci guidi, ci educhi, ci conforti, e perciò noi siamo sorretti dalle tue braccia. Solo così possiamo diventare tuoi testimoni veritieri e portare tanti fratelli e sorelle a tuo Figlio amato. Solo se restiamo avvinti a te, ci è consentito di essere uniti a tuo Figlio e con lui e per lui ai fratelli per formare un solo vincolo di amore e di comunione, una sola famiglia, un solo cenacolo di preghiera, di ascolto della Parola di Dio e di servizio fraterno. Con te dunque facciamo la Chiesa santa di Dio di cui Cristo è il capo e noi le membra e tu la Madre amorevolissima. Grazie, o Maria.

don Renzo Lavatori

Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.


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