Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 4 aprile 2020


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il Sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle in Cristo, come voi sapete la resurrezione di Lazzaro è l’ultimo grande segno di Gesù.
E’ stato il Suo più grande miracolo, ma ne aveva già fatti tanti prima. I sommi sacerdoti e i farisei già prima parlavano di Lui e delle Sue opere, ma ora decidono cosa fare di Lui.

E’ proprio questo brano del Vangelo che segna la fine dell’opera pubblica di Gesù e un passaggio al tempo della Passione, Morte e Glorificazione. Resuscitando l’amico Lazzaro, che amava in modo particolare, ha compiuto il segno supremo della Sua missione. Egli è venuto per offrire al Suo gregge una vita abbondante. Questo segno rappresenta la manifestazione suprema del potere del Signore di dare la vita, anche quando sembra impossibile.
Gesù compie ciò che aveva annunciato: “Sta arrivando l’ora in cui tutti coloro che giacciono nelle tombe sentiranno la Sua Voce e quelli che hanno compiuto il bene resusciteranno per la vita”.

Il Vangelo di oggi ci dice che dopo questo grande miracolo molti hanno creduto in Lui. La resurrezione di Lazzaro ha rivelato la gloria del Padre e del Figlio. Il Padre, il Principio e la Fonte di ogni bene, dà vita al mondo attraverso Suo Figlio e Si glorifica per mezzo di Lui.
Questa manifestazione di gloria ci ricorda il primo segno alle nozze di Cana in Galilea, quando Gesù trasformò l’acqua in vino e cominciò a glorificarsi, come ha scritto Giovanni.
Lo stesso segno annuncia anche la Passione e Resurrezione di Gesù.

La resurrezione di Lazzaro è il segno supremo e caratterizza l’intero ministero di Gesù che consiste nel dare vita in abbondanza.
Gesù è la Fonte della pienezza di vita, perchè è unito al Padre. Il Suo Amore Lo spinge a dare vita a tutti coloro che credono in Lui.
I discepoli di tutti i tempi ringraziano Cristo per quest’atto che consente loro di vedere la gloria di Dio, come aveva affermato Gesù a Marta poco prima della resurrezione di Lazzaro.

Ma come sempre l’opera e le Parole di Gesù portano divisione e condanna.
Molti ebrei che hanno visto questo segno hanno creduto in Gesù, ma alcuni sono andati dai farisei a raccontare cosa era accaduto.
Davanti a questa crescente popolarità di Gesù si comprendono le preoccupazioni delle autorità religiose di quel tempo. Il caso era molto serio al punto da convocare urgentemente la grande assemblea del sinedrio.
L’evangelista Giovanni ci consente di entrare nel luogo del dibattito per assistere alla discussione di quella assemblea di saggi che riunisce i rappresentanti dei principali partiti religiosi.

Essi riconoscono che quest’Uomo chiamato Gesù realizza molti segni. Questi segni sono talmente eloquenti da causare un grande movimento di conversione. Anche loro lo confermano: “Se continuiamo a lasciarLo agire così tutti crederanno in Lui”.
Ma invece di concentrarsi sull’interpretazione dei fatti alla luce della Sacra Scrittura che era il ministero specifico del gran sinedrio, i leader religiosi sono preoccupati esclusivamente delle possibili conseguenze politiche di questa vicenda.
A questo punto arriva Caifa. Egli era un sadduceo, un politico crudele, determinato a sostenere i privilegi della sua classe benestante. Egli dice: “Per il bene comune dobbiamo eliminare un uomo, un delinquente”. Questo era un conforto per i sadducei.
L’ipocrisia è al culmine quando usa il tema della “salvezza della nazione” per condannare il Salvatore. La vera ragione è la seguente: “Se continuiamo a lasciarGli fare le opere che sta facendo tutti crederanno in Lui”.
Caifa teme per la propria posizione. Vede un pericolo per se stesso e per il suo popolo. Per questo Gesù deve morire. Per salvare il popolo da un presunto spargimento di sangue da parte della forza di occupazione romana.

Ma Caifa parlava più saggiamente di quanto fosse consapevole. L’evangelista ci illumina sulle parole di Caifa. Esse sono le parole profetiche della Morte redentrice di Gesù.
Gesù muore non solo per il popolo ebreo, ma per tutti gli uomini.
E’ interessante che Dio abbia usato un uomo che aveva pianificato di uccidere Dio per profetizzare e trasmettere il messaggio di salvezza a tutto il mondo.

Alla fine del brano di oggi vediamo che Gesù si allontana, perchè la Sua ora non era ancora arrivata.
Si è ritirato vicino al deserto ad un giorno di cammino da Gerusalemme in una città che esiste ancora oggi e che è abitata solo da cristiani.
Non si parla delle persone che giungono a Lui.
Mentre nella città di Gerusalemme ci sono i preparativi per la festa di Pasqua e i capi dei sacerdoti pensano a come fermarLo, Gesù è solo con i Suoi discepoli e li prepara alla grande prova che deve arrivare.

Anche noi possiamo seguire Gesù e i Suoi discepoli nel loro ritiro, in modo da raccogliere forza per seguire fedel mente il Padrone della vita fino alla fine del Suo cammino vittorioso.

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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