Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 7 dicembre 2019


Dal Vangelo secondo Matteo
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, cari fedeli, cari pellegrini e voi tutti collegati con noi via radio e via internet, le letture di oggi desiderano riportarci alla preparazione della prima venuta di Cristo, affinchè possiamo imparare ciò che è necessario, perchè Cristo possa venire nel nostro tempo.

Nella liturgia di oggi il profeta Isaia ci parla e non dice ciò che noi dobbiamo fare, ma ciò che Dio fa per noi. Egli descrive i Doni eccezionali di Cristo  e dice che su di Lui si poserà lo Spirito del Signore, lo Spirito di Sapienza e di intelligenza, Spirito di fortezza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore. Con la Sua venuta porterà giustizia, bontà e fedeltà.
Nel periodo di Avvento vengono messe davanti ai nostri occhi queste parole di Isaia, ma anche il tempo necessario per capire che Gesù è veramente Colui di cui parla il profeta.

Il Vangelo ci parla di un altro profeta. E’ molto particolare. Annunciando Gesù che viene non parla di Colui che deve venire, ma di Colui che è già presente.
L’evangelista dice che portava una pelliccia di peli di cammello e una cintura ai fianchi e che il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Il suo tempo non era quello di prepararci per il futuro, ma quello di esortarci per una vita diversa adesso. Adesso viene il Regno dei Cieli.
L’evangelista ci mostra Giovanni Battista che punta il dito verso tutto il male della società dell’epoca e contro ciò che ostacola la venuta di Cristo nel mondo. Critica le false certezze, la superbia di coloro che pensavano che per salvarsi bastasse essere figli di Abramo o per noi oggi che basti essere figli della Chiesa.

Da questa critica severa cogliamo il messaggio principale per questa domenica d’Avvento: la chiamata alla conversione. Alla conversione sono invitati tutti i popoli di tutti i tempi: “Convertitevi, perchè il Regno dei Cieli è vicino”. Proprio questa sera la chiamata alla conversione deve essere alla base della nostra predica e del nostro operare.
Bisogna cambiare mentalità e stile di vita, perchè il Regno dei Cieli è vicino. Dopo di ciò arriveranno i veri frutti della conversione.
Giovanni il Battista dice: “Portate frutti degni della conversione”.

Il Vangelo sottolinea il dono dell’umiltà. E’ il dono dell’Avvento.
Spesso diciamo che questo è il tempo dell’ascolto. Per poter ascoltare bisogna avere un cuore umile per poter portare frutti tali da preparare la via al Signore e raddrizzare i sentieri per la Sua venuta. Questo significa contemplare la Parola di Dio e con umiltà attendere la Sua venuta.
In quell’epoca il messaggio era rivolto ai farisei e ai sadducei, ma ora questo Vangelo parla a noi. Oggi questo ammonimento severo è rivolto a noi sacerdoti e a noi fedeli: “Razza di vipere!” E’ un’espressione pesante, ma con questa Giovanni voleva sottolineare il pericolo che corrono coloro che ascoltano la Parola di Dio, ma non ne vengono toccati. Queste parole del Vangelo sono rivolte a noi, perchè desidera ammonirci e invitarci alla conversione e sottolineare il pericolo che corriamo se la Parola di Dio questa sera non entra nel nostro cuore.

San Paolo, nella lettera ai Romani, dice chiaramente: “Tutto ciò che è stato scritto prima di noi è stato scritto per nostra istruzione”. La Parola di Dio si rivolge a ciascuno di noi.
San Paolo, come Giovanni il Battista, con tono forte si rivolge a noi. Non per farci paura, ma per istruirci. Tutto questo per farci comprendere il messaggio della conversione e viverlo.

Questo è ciò che noi viviamo qui già da 38 anni. E’ la grazia della chiamata alla conversione.
La Madonna lo ha sottolineato in un messaggio nel 1986. Ha detto: “Cari figli, oggi vi invito alla conversione. Questo è il messaggio più importante che Io ho dato qui”.
Già all’inizio la Madonna ha parlato della conversione. Anche noi che siamo venuti qui facciamo parte di questo processo. Questo messaggio non vuole farci provare paura, ma istruirci e dirci ciò che è essenziale per la nostra vita.

La Madonna, con questo messaggio, desidera indicarci ciò che è necessario in ogni momento della nostra vita e non soltanto in tempo di Avvento. La conversione significa spogliarsi dell’uomo vecchio e diventare uomini nuovi per abbandonare ciò che non è buono e rivestirsi di ciò che è divino.
La chiamata che la Madonna ci rivolge in questi anni è ciò a cui Giovanni richiamava il suo popolo. Il Suo messaggio è un’espressione dell’Amore di Dio, della Sua pazienza, delle Sue Mani aperte. Dio conosce i nostri bisogni e ci mostra la via della salvezza. Convertirsi significa abbandonare le tenebre che uccidono il bene nell’uomo.
Perciò, fratelli e sorelle, chi si converte vive e chi non si converte ormai è morto. La Madonna ha ragione quando dice che la conversione è il messaggio più importante che Lei ha dato dall’inizio delle apparizioni.

Se vogliamo capire se viviamo una vita di conversione questa sera dobbiamo domandarci: cosa succede nel nostro cuore quando preghiamo, digiuniamo, quando ci confessiamo o facciamo del bene? Si possono anche fare tutte queste opere senza cercare Dio con amore.
Quando la nostra quotidianità cristiana rimane senza carità possiamo fare tutto e rimanere spiritualmente morti. Possiamo conoscere il Comandamento d’Amore e permettere che l’ira ci distrugga. Possiamo conoscere il Perdono di Gesù e vivere continuamente negli scontri. Possiamo pregare ogni giorno “sia santificato il Tuo Nome” e bestemmiare o dire parolacce. Tutti i giorni possiamo pregare “sia fatta la Tua Volontà” e nella vita cercare solo la nostra volontà. Se ci comportiamo così non è possibile che avvenga nulla di nuovo. Rimaniamo morti spiritualmente.
Questa è la situazione dei farisei e dei sadducei ai tempi di Gesù e in ogni tempo.
Per questa ragione vengono rivolte loro parole severe. Giovanni e Gesù desiderano svegliarli per comprendere, ma loro non accettano.

Così sono tanti di noi. Spesso non viviamo nulla all’incontro con la Parola di Dio. Nulla ci muove e nulla ci tocca.
Questa sera Gesù desidera liberarci, aprirci, affinchè permettiamo alla forza dello Spirito Santo di entrare nella nostra vita, per non giudicare nè noi stessi nè gli altri e affinchè non viviamo la nostra vita immersi nella morte.

Il Vangelo di sta sera ci parla di una cosa fondamentale. Ci parla dell’Amore, che è il senso della conversione. Amando Dio Lo possiamo scoprire.
Dio si rivolge continuamente a noi, perchè ci ama. Il Suo Amore diventa il fondamento della nostra conversione. Se Dio non ci amasse la conversione non sarebbe possibile.
Anche quando noi non ci convertiamo e non ci rivolgiamo a Dio Lui si rivolge a noi ugualmente. Ha Amore immenso. Lui cerca l’uomo.

Proprio questa è l’esperienza che noi viviamo qui da 38 anni. Dio si rivolge a noi.
Anche se in un messaggio la Madonna ha detto che non abbiamo capito i Suoi messaggi e non li viviamo Dio non rinuncia a noi. Cerca ogni occasione. Manda Maria, Regina della Pace, per ammonirci, per esortarci.
Dio ha l’iniziativa. Lui parla. Lui si rivolge a noi anche se abbiamo il cuore duro.

Perciò, fratelli e sorelle, questa sera il Vangelo desidera dirci quanto Dio ama l’uomo e quanto ci tiene ad ognuno.
Questa Comunione e questo Vangelo esortino noi e le nostre vite ad una riflessione seria.
Ciascuno di noi prenda sul serio questo invito e comprenda ciò che deve fare.

Amen.

fra Miro Šego

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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