Angolo teologico (21)
Messaggi del 25 agosto e 2 settembre 2016
Messaggio a Marija del 25 agosto 2016
“Cari figli! Oggi desidero condividere con voi la gioia celeste. Voi, figlioli, aprite la porta del cuore affinché nel vostro cuore possa crescere la speranza, la pace e l’amore che solo Dio dà. Figlioli, siete troppo attaccati alla terra e alle cose terrene, perciò Satana vi agita come il vento lo fa con le onde del mare. Perciò la catena della vostra vita sia la preghiera col cuore e l’adorazione a mio Figlio Gesù. A Lui offrite il vostro futuro per essere in Lui gioia ed esempio per gli altri con le vostre vite. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Commento teologico
Il messaggio inizia con l’annuncio della “gioia celeste”. L’animo ne percepisce il profondo valore, in quanto la gioia è da tutti desiderata ma da pochi goduta. Infatti essa non proviene dalla terra ma viene dal cielo (celeste) cioè da Dio quale fonte unica e inesauribile di serenità interiore e di pace. Le creature umane invece vogliono trovarla nella realtà terrena e mondana, la quale purtroppo non possiede la capacita di offrire la gioia totale e costante. Le cose della terra illudono, sconvolgono, confondono i cuori, che restano prigionieri della futilità e vanità. Alla fine si ritrovano soli e sconsolati. Soltanto Dio, il Sommo Bene, ci dona la gioia inesauribile del suo amore, rivelato e riversato in noi attraverso il suo Figlio Gesù. La Vergine lo ripete insistentemente: “figlioli, aprite la porta del cuore affinché nel vostro cuore possa crescere la speranza, la pace e l’amore che solo Dio dà”.
Sono parole sacrosante che dovremmo custodire gelosamente nel nostro animo. Soprattutto quando ci sentiamo più provati e addolorati, soli e sfiduciati. Allora queste parole dovrebbero risuonano fortemente e di continuo dentro dì noi, per ritrovare la gioia di vivere e di amare. La ricorrente tentazione sta nel dimenticarle e perdersi nei legami terreni., dove Satana vuole renderci suoi prigionieri e schiavi: “Satana vi agita come il vento fa con le onde del mare “. Quante volte in effetti siamo sballottati a destra e a sinistra, sconvolti e confusi nella nostra mente, sconsolati e agitati nel cuore, come un mare in tempesta. Questo è lo scopo principale del Maligno: togliere la serenità e la pace interiore. Quando riesce ad attuare ciò, egli è soddisfatto, perché da qui provengono direttamente tutte le altre sofferenze e amarezze che ci trascinano lontano dalla quiete del cuore e ci rendono perpetuamente agitati, ansiosi, nevrotici.
Per poter riconquistare la calma lo strumento più efficace e più a portata di mano resta la preghiera, fatta con il cuore, nel senso che deve sgorgare dal di dentro ed esplodere con tutto l’ardore e la fede per essere liberati e ristorati dalle insidie sataniche. La preghiera è come un’ancora di salvezza, una solida catena che ci sottrae dagli urti della tempesta e ci conduce al porto sicuro e tranquillo, dove ci aspetta Gesù nostro amabile Salvatore. Lo dice con chiarezza la Vergine Maria: “la certezza della vostra vita sia la preghiera col cuore e l’adorazione al mio Figlio Gesù “. Non possiamo distaccarci da Gesù, vagando nel mondo come anime disperate e smarrite. Se restiamo avvinti a Lui, pur attraversando la bufera, noi veniamo salvati e sorretti in modo da non perire. Ravviviamo costantemente tale fede in Cristo, sopratutto con la adorazione eucaristica, che costituisce il balsamo e il farmaco della salute del corpo e dell’anima. Quando passiamo davanti ad una chiesa, fermiamoci e sostiamo di fronte al tabernacolo dove sta perennemente Gesù Eucaristico. Se passeggiamo nelle vie delle nostre città, per lungo tempo ci incantiamo ad ammirare le vetrine dei negozi e perdiamo tempo dietro a tante stupidità. Invece non c’è mai tempo per una sosta nella casa del Signore dove sta il vero tesoro!
Là, anche per pochi minuti, troveremo l’aggancio che ci porta in salvo, troveremo la gioia di riprendere il cammino e di ricuperare la speranza contro ogni disperazione. Lui, Lui solo, Gesù, costituisce la ragione di essere e di agire per ciascuno di noi, la ragione per soffrire e offrire con amore, per raggiungere la vera gioia e pace interiore. Così possiamo diffondere attorno a noi il soave profumo dell’amore che scaturisce da Cristo e si dissemina nelle persone che incontriamo ogni giorno, anch’esse affamate e desiderose di gioia, come viene detto: “a Lui offrite il vostro futuro per essere in Lui gioia ed esempio per gli altri “.
O Vergine Maria, fa che non restiamo indifferenti ai tuoi dolci richiami, ma rendici pronti ad ascoltarli e viverli per trasformare la nostra vita in un cantico di amore come hai fatto tu. O Madre Buona e santa, portaci per mano affinché possiamo conoscere e amare il tuo Figlio Gesù e restare sempre uniti a Lui per allontanarci dal male e seguire ogni giorno la sua Parola di vita e di gioia. Grazie, perché siamo certi che tu ascolti benevolmente le nostre preghiere filiali e non ci abbandoni mai. O clemente, o pia, o dolcissima Madre mia.
Messaggio a Mirjana del 2 settembre 2016
“Cari figli, secondo la volontà di mio Figlio ed il mio materno amore vengo a voi, miei figli, ed in particolare per coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio. Vengo a voi che pensate a me, che mi invocate. A voi do il mio materno amore e porto la benedizione di mio Figlio. Avete cuori puri e aperti? Vedete i doni, i segni della mia presenza e del mio amore? Figli miei, nella vostra vita terrena ispiratevi al mio esempio. La mia vita è stata dolore, silenzio ed un’immensa fede e fiducia nel Padre Celeste. Nulla è casuale: né il dolore, né la gioia, né la sofferenza, né l’amore. Sono tutte grazie che mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita eterna. Mio Figlio vi chiede l’amore e la preghiera in lui. Amare e pregare in lui vuol dire — come Madre voglio insegnarvelo — pregare nel silenzio della propria anima, e non soltanto recitare con le labbra. Lo è anche il più piccolo bel gesto compiuto nel nome di mio Figlio; lo è la pazienza, la misericordia, l’accettazione del dolore ed il sacrificio fatto per gli altri. Figli miei, mio Figlio vi guarda. Pregate per vedere anche voi il suo volto, ed affinché esso possa esservi rivelato. Figli miei, io vi rivelo l’unica ed autentica verità. Pregate per comprenderla e poter diffondere amore e speranza, per poter essere apostoli del mio amore. Il mio Cuore materno ama in modo particolare i pastori. Pregate per le loro mani benedette. Vi ringrazio!”.
Commento teologico
La Vergine Maria rivolge la sua attenzione a due categorie di persone. La prima, a cui sembra dare maggiore importanza in questo messaggio, è rappresentata da “coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio”. Sono coloro che, pur essendo figli suoi amati, si trovano in una situazione di disagio e di lontananza spirituale, in quanto non hanno sperimentato la dolcezza e la tenerezza dell’amore di Gesù e pertanto sono privi di una fede viva e feconda. Si sa che l’attrazione per una persona nasce dalla simpatia che essa suscita e dalla manifestazione della sua bontà e sensibilità. Quanto più si conoscono concretamente e personalmente le caratteristiche buone e le qualità positive che essa contiene nella sua personalità, tanto più l’amore cresce e si matura fino a diventare una sincera piacevole amicizia.
Similmente avviene nel caso di Gesù. Se uno ha sperimentato la bontà del suo cuore e la sua divina misericordia, la sua generosità e dolcezza, la sua ricchezza di verità e sapienza, costui viene preso da intima ammirazione e dal desiderio di conoscerlo sempre più profondamente per stabilire con Lui un rapporto di fraterna amicizia. La conoscenza amorevole di Gesù è data dalla fede viva con cui si ascolta la sua Parola e dalla esperienza concreta dei suoi interventi benefici a tutti i livelli, fisici psichici e spirituali, sia nei nostri confronti sia verso gli altri.
Purtroppo molti, anche cristiani, non vivono un tale rapporto interpersonale confidenziale con Gesù persona viva e meravigliosa, ma si accontentano di un approccio esteriore e fugace con qualche preghiera frettolosa e distratta come se Gesù fosse un fantasma o una immaginazione inesistente. In questo modo essi non sperimentano l’amore vitale di Gesù e non lo conoscono in pienezza. Da qui la debolezza e la fiacca della loro fede. La Vergine Madre ne sente tutto il dispiacere e vorrebbe che ogni creatura umana avesse l’opportunità di conoscere vitalmente l’amore di Gesù.
La seconda categoria di persone sono i suoi figli più devoti e fedeli alle sue premure materne. Sono coloro che la pregano e la onorano. A questi Ella rivolge un particolare sguardo di benevolenza, dicendolo a cuore aperto: “vengo a voi che pensate a me, che mi invocate. A voi do il mio materno amore e porto la benedizione di mio Figlio”. Tuttavia Ella fa capire che anche tra questi suoi figli diletti ancora non sussiste una fede viva e intensa. Di fatto si domanda se abbiano cuori puri e disponibili, se si rendano conto dei benefici ricevuti e delle manifestazioni visibili del suo amore: “avete cuori puri e aperti? Vedete i doni, i segni della mia presenza e del mio amore? “. Cosa possiamo noi rispondere con sincerità di animo? Si resta sospesi e titubanti. Non abbiamo l’assoluta certezza di corrispondere ai suoi richiami e comprendere i suoi interventi, tuttavia ci sforziamo e vogliamo capire sempre più a fondo quanto Ella fa per noi così generosamente. Dobbiamo crescere su questo aspetto.
Al fine pedagogico di incoraggiarci, Ella porta il suo esempio, per dirci che è possibile vivere una vera vita cristiana nella comunione con Cristo. Si tratta di saper mettere insieme tre aspetti tra loro complementari: il primo è il dolore, il secondo è il silenzio e il terzo la preghiera fiduciosa. La sofferenza ci scuote e ci opprime, presentandosi nei suoi mille volti disseminati giornalmente sul nostro cammino terreno. Essa tuttavia non va vista da sola, come fosse l’elemento fondamentale dell’esistenza, perché in tal modo sarebbe per tutti uno spettro da disperazione. Il dolore va unito al silenzio, cioè alla sottomissione docile e umile al divino Volere, che si accoglie nella preghiera, la quale irrora la sofferenza rendendola più leggera, anzi trasformandola in eventi preziosi di grazia e redenzione. La preghiera diventa così l’unzione balsamica che lenisce le ferite doloranti e dona forza e speranza. Ma anche la preghiera resta inefficace se non viene sorretta e vivificata dà una fede ardente, nel senso che la creatura umana, attraverso la preghiera filiale, assume un atteggiamento di costante abbandonò a Dio Padre nostro, in modo che ci disponga a compiere la sua volontà ch’è sempre il nostro bene, anche se non coincide con gli interessi e le richieste personali.
Qui si attua un passaggio importante che conduce ad essere costantemente affidati alla suprema sapienza e bontà divina. In effetti Dio non vuole altro che il nostro bene, il bene vero, quello della vita eterna e del possesso del regno celeste. Tutto il resto deve servire a questo scopo principale e non prendere invece il sopravvento come primo valore. Avere in mente e nel cuore il desiderio di raggiungere la beatitudine eterna costituisce la identità propria del cristiano, che vive nel mondo ma costantemente proteso ai beni infiniti del regno del Padre.
Sono questi tre atteggiamenti che hanno caratterizzato l’esistenza terrena di Maria: “la mia vita è stata dolore, silenzio e una immensa fede e fiducia nel Padre celeste”. In tal modo tutto rientra nel progetto divino rivolto a tutti noi suoi figli diletti: ottenere il premio del paradiso. Ogni avvenimento, brutto e bello, ogni momento più o meno felice su questa terra non viene a caso, ma fa parte di un ricamo stupendo che forma la tessitura del nostro percorso su questa terra quale caparra della vita eterna: “nulla è casuale: né il dolore, né la gioia, né la sofferenza, né l’amore. Sono tutte grazie che il mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita eterna “. Niente di più bello e interessante di una simile prospettiva in cui ogni cosa, ogni persona, ogni fatto sono espressione di una ricchezza vitale incommensurabile.
Dunque resta saldo e fondamentale il binomio strettamente congiunto: pregare e amare: “mio Figlio vi chiede l’amore e la preghiera in Lui”. Che significa? Lo dice subito dopo: “amare e pregare in Lui vuol dire – con il cuore voglio insegnarvelo – pregare nel silenzio della propria anima, e non soltanto recitare con le labbra “. Ciò comporta che la preghiera, se non è mossa dal cuore, non porta frutto; d’altronde l’amore, se non è intessuto di preghiera, diventa solo parola vuota. Il tutto deve essere fatto “in Lui”, cioè ne suo nome santissimo, nella sua grazia e nella sua Parola. Noi dobbiamo essere totalmente inseriti e immersi in Cristo per condividere i suoi atteggiamenti, i suoi sentimenti, la sua bontà e verità.
Che meraviglia! Quale bellezza spirituale ci propone la Vergine Maria!
Tale stato di cose richiede di mostrare nella concretezza della vita quotidiana i gesti di pazienza, di misericordia, di accettazione del dolore e del sacrificio a favore dei nostri fratelli bisognosi.
La conclusione del messaggio risuona luminosa e fascinosa: “figli miei, mio Figlio vi guarda. Pregate per vedere anche voi il suo volto”. Nell’incontro di questi sguardi di amore si scopre il paradiso e già su questa terra si intravede lo splendore della divina verità e santità. La Vergine ci assicura che la Verità divina e affascinante sta precisamente nel volto radioso e dolcissimo di suo Figlio. Se ci lasciano condurre da una tale saggia e lungimirante Maestra di santità, veramente potremmo diffondere ovunque la speranza, per poter essere “apostoli del suo amore”. Il mondo acquisterebbe un altro aspetto, ricco di luce e bontà, mentre l’esistenza umana sarebbe molto più piacevole e leggiadra, portatrice del vero bene che si attuerà pienamente nella beatitudine eterna.
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.