Omelia della santa Messa – Medjugorje, 25 maggio 2020
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, cari ascoltatori, desidero condividere con voi due cose:
Mentre mi preparavo per la Messa di questa sera la prima frase che mi ha toccato è stata la frase del Vangelo quando Gesù ha detto: “Vi disperderete e Mi lascerete solo”.
Mi ricordo quand’ero piccolo e ho guardato il film della Passione di Gesù. Ero agitato e mi chiedevo: “Perchè nessuno ha aiutato Gesù?” Se io fossi stato lì, per quanto fossi piccolo, Lo avrei aiutato. Grande era il desiderio dentro di me di aiutare Gesù in quel momento. Mi domandavo: “Perchè nessuno si è ribellato? Perchè nessuno Lo ha aiutato? Perchè nessuno ha alzato la voce?”
Se oggi qualcuno ci domandasse di Gesù risponderemmo che Egli è la Persona più importante e che saremmo pronti a fare qualsiasi cosa per Lui. Ma tante volte non ci comportiamo come le persone presenti alla Passione di Cristo? Non ci disperdiamo? A volte Lo rinneghiamo e Gli sputiamo. Lo bestemmiamo.
Tutte le volte che rifiutiamo l’Amore di Gesù e commettiamo il peccato è come se avessimo detto: “Tu per me non sei importante. Io faccio di testa mia”
Vediamo come tutto inizi dalle cose piccole. Finchè abbiamo respiro abbiamo la possibilità ogni giorno di cambiare e di deciderci per Cristo.
L’altra frase che mi ha toccato il cuore dice: “Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio. Io ho vinto il mondo”.
Ci sono tante cose di cui abbiamo paura: dalle cose banali a quelle importanti. Abbiamo paura delle opinioni, di non essere compresi, di fare del bene per non dare fastidio agli altri. Abbiamo angoscia, stress, insoddisfazione. Vorremmo qualcosa che non abbiamo e quando la riceviamo non siamo felici.
Vediamo i ricchi che non sono contenti e i poveri felici. Alcuni erano felici quando avevano di meno; ora che hanno di più sono angosciati, preoccupati, insoddisfatti. Vediamo che questa preoccupazione ci toglie la gioia, la forza, ci consuma.
Gesù dice: “Chi di voi può aggiungere qualcosa alla vostra vita?” Cosa possiamo fare con la nostra angoscia? Nulla. Esiste la preoccupazione quando teniamo a qualcosa. Ma questa preoccupazione è condannata da Gesù. Questa è mancanza di fede, di fiducia in Dio.
Qui si capisce chi servi e da chi riceverai la ricompensa: dal mondo o dal cielo.
E’ chiaro che non saremo contenti se aspettiamo l’applauso da questo mondo e di essere lodati. Gesù Stesso ci ha detto che ci aspettano persecuzioni.
Dobbiamo decidere per chi facciamo certe cose. E’ importante che le veda Gesù o che le veda il mondo?
Chi ha paura? Ce l’ha chi desidera conservare la propria vita, cerca il salario su questa terra e vive per le cose inutili.
Qui si vede il peso della sequela di Cristo. Viene chiesto a noi di deciderci di seguire Gesù e di essere pronti anche a dare la propria vita.
Sarebbe meglio cambiare la preoccupazione in preghiera. Nella vita bisogna avere delle priorità.
Un uomo saggio ha scritto: “Noi viviamo in un mondo dove i funerali sono più importanti dei defunti, le nozze più importanti dell’amore, l’apparenza più importante della sostanza. Viviamo nella cultura dell’imballaggio che disprezza il contenuto”.
Nel Transitus di san Francesco di Assisi diciamo: “Francesco, umile e povero, entra in cielo”.
Possiamo essere ricchi delle cose materiali e poveri di spirito e al contrario possiamo essere poveri di cose materiali, ma ricchi di spirito.
Possiamo domandarci: cosa porto con me da questo mondo? Le opere buone o le cose materiali che avevo?
Oggi una signora mi ha raccontato: “Una signora ricca è morta. E’ arrivata da san Pietro e gli ha chiesto di mostrarle la sua nuova dimora. Vede le case dei suoi vicini che in vita erano poveri e vede che tutti hanno delle ville. Lei ha pensato: ‘Chissà.come sarà la mia casa se loro hanno ville del genere’. San Pietro le ha mostrato la sua abitazione: una piccola capanna. Sorpresa ha domandato: ‘Come mai sulla terra avevo case bellissime e qui ho soltanto una capanna?’ San Pietro ha risposto: ’Scusami. Non abbiamo potuto costruirti nulla di meglio, perchè non ci hai mandato tanto materiale dalla terra’”.
Questo racconto ci mostra quanto è importante la nostra vita spirituale. Quanto apparteniamo a Cristo? Quanto amore doniamo? Quanto materiale spirituale mandiamo per la nostra casa? Possiamo giustificarci, ma ciascuno di noi sa benissimo il motivo per cui fa una certa cosa. Possiamo anche sembrare santi esternamente, ma dentro essere marci.
La cosa importante è che tu sappia perchè fai certe cose.
Cari fratelli e sorelle, preghiamo di saper credere in Cristo, affinchè allontani da noi le preoccupazioni, affinchè viviamo con fede in questo mondo sapendo che la nostra patria è in cielo.
Amen.
Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)