Omelie

31° Mladifest – Omelia della Santa Messa del 1 agosto 2020

31° Mladifest – Omelia della Santa Messa del 1 agosto 2020 celebrata dal nunzio apostolico in Bosnia-Erzegovina, mons. Luigi Pezzuto


Omelia della santa Messa – Medjugorje, 1 agosto 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Parola del Signore.


Carissimi fratelli e sorelle,
la narrazione che Matteo fa del martirio di san Giovanni Battista nel capitolo 14 del suo Vangelo non può essere completamente compresa se non alla luce degli ultimi versetti del capitolo precedente. Nel capitolo 13 si allude al fatto che Gesù si reca nella Sua patria, Nazaret, e, dopo aver insegnato nella sinagoga, la gente rimane stupita per la Sua Sapienza, ma si scandalizza per altri aspetti e non Lo accetta.
In quella circostanza i nazaretani evidenziarono e vissero due controvalori che probabilmente costituivano il frutto e la conseguenza di pregiudizi culturali che venivano da lontano: la persecuzione e il rifiuto.

Gesù è un perseguitato e uno scartato. Lo fu a Nazaret, ma continua ad esserlo anche oggi nel mondo intero. Infatti l’evento sgradevole di Nazaret và al di là dei confini di quella cittadina e diviene un evento che interessa tutto il mondo.
Quale fu la ragione dello scandalo a Nazaret? I nazaretani avevano rilevato la Sapienza di Gesù nella Sinagoga – “Da dove Gli vengono questa Sapienza e i prodigi?” – ma non potevano accettare che quel Sapiente e quel Taumaturgo fosse il Figlio del falegname. O meglio: si scandalizzavano perchè non potevano credere ed accettare che il Figlio del falegname fosse il Figlio di Dio.

Anche Giovanni Battista fu un perseguitato e uno scartato. Per questo egli è precursore di Cristo in tutto, dalla nascita alla morte violenta.
Giovanni fu perseguitato e scartato perchè si poneva come messaggero del Regno di Dio e come testimone della verità. Questo fu l’unico delitto che pagò con la vita, benchè il suo impatto profetico fosse riconosciuto da tutti, anche da Erode Antipa.

Voi capite, carissimi giovani che mi ascoltate, che i due casi, di Giovanni il Battista prima e poi di Gesù, sono l’iceberg di tutta una situazione di ingiustizia tipica della storia umana, passata e presente. E poi la verità spesso non piace. Non piacque ad Erode nel caso di Giovanni.
A sua volta Gesù, che è la Verità fatta a Persona, non piacque ai Suoi compaesani di Nazaret; non piacque ai Suoi familiari i quali pensavano che fosse completamente fuori di Sè; non piacque ai maestri della legge mosaica e ai farisei, nonchè ai responsabili del culto ufficiale del tempio che Lo giudicavano un rivoluzionario religioso da Cui guardarsi. Perfino le persone semplici del popolo, che seguivano Gesù e Lo accettavano come profeta, quando hanno provato ad identificare la Sua Personalità hanno fatto ricorso al passato. Gesù, pensavano, è come una reincarnazione dei profeti del passato: Mosè, Elia, Geremia.

Insomma, nel confronto ravvicinato tra il destino di Gesù e quello del Battista sono presenti almeno due aspetti ai quali voi giovani siete molto sensibili: il senso della giustizia e la sete di verità.
Giustizia e verità per il mondo giovanile sono due realtà non negoziabili.
In ambedue i casi, quello di Gesù e quello del Battista, gli innocenti vengono perseguitati e scartati come colpevoli, mentre il vero colpevole non solo và esente dalla pena, ma è addirittura abilitato a decidere la pena da infliggere agli innocenti. Qui i conti veramente non tornano e voi giustamente vi scandalizzate. Con quasi un senso di rivolta spirituale arrivate a domandarvi: “Dov’è il vero volto delle cose? Dov’è la legge?” E perfino: “Dov’è Dio?”
Ma allora io vi rispondo domandandovi: “Dov’è l’uomo?” Io ti dico che se Dio è il vero Dio Egli c’è. Egli si fa continuamente presente nella storia umana. Egli ha impresso in modo indelebile il significato alle cose. La legge, se è giusta, ha per origine Dio. Ma dov’è l’uomo? Infatti abbiamo tanti segni dell’Amore di Dio, tuttavia dipende da noi riconoscere questa Presenza.
Siamo capaci di assumere il ruolo di rivelatori della Presenza di Dio nel mondo? Gesù è stato storicamente presente in mezzo ai Suoi e i Suoi non Lo hanno riconosciuto e accettato.
Oggi noi siamo i Suoi, cioè noi siamo quelli di Gesù, ma sappiamo riconoscerLo, accoglierLo ed essere Suoi rivelatori nel mondo?
Da qui l’importanza e la necessità della testimonianza da parte di tutti noi, ma anche da parte del mondo giovanile. Anzi: la testimonianza dei giovani contribuirebbe e aiuterebbe maggiormente il mondo di oggi a superare le tante situazioni di ingiustizia e i tanti occultamenti della verità cui siamo soliti assistere quotidianamente.
Probabilmente proprio a questo allude Papa Francesco allorchè nella lettera che vi ha inviato vi esorta alla testimonianza.

In verità la Figura di Gesù di Nazaret colpì i Suoi contemporanei e colpisce anche oggi il mondo intero. Ma chi è veramente Gesù? La domanda è valida ancor’oggi come ai Suoi tempi.
Quante opinioni su di Lui, ma, se ci fate caso, tutte – quelle dei Suoi contemporanei e quelle più attuali – convergono nel fatto che non è facile accettare Gesù per quello che Egli realmente è. La grande difficoltà per la cultura di ogni tempo è costituita dall’identità messianica di Gesù, dalla Sua condizione di Figlio di Dio.
In realtà il problema non è in Gesù, ma è in noi. Pertanto nel percorso di comprensione di Gesù dovremmo lasciarci condurre da Lui. Non dovremmo essere noi ad interrogare Lui, ma dovremmo lasciare che Gesù interroghi noi, come quando la mattina di Pasqua Gesù si rivolge alla Maddalena: “Donna, perchè piangi?” Gesù si china sull’umiltà di colui che è alla ricerca per partecipare al suo problema e risolverlo da di dentro, perchè questo tipo di problemi non si risolve attraverso conoscenze intellettuali fatte di risposte prefabbricate, frutto della letteratura.

Allora, lasciamoci interrogare da Gesù, il Quale probabilmente ci prospetterà un’altra domanda: “Chi sono Io per te? Quanto posto ho Io nella tua vita? Quanto conto Io per te?
E qui Gesù non ha bisogno di un’opinione in più, ma ha bisogno del tuo cuore. Il tuo cuore può diventare la culla di Dio se tu lasci vivere Gesù in te, cioè se Lo lasci entrare nel tuo cuore come Vita attuale e non come Vita passata.
Gesù vuole vivere in te, affinchè la tua vita sia eternamente viva.
“Chi sono Io per te?” Quel “per te” dice che Gesù pronunzia il nome di ciascuno e a ciascuno chiede: “Dimmi la tua esperienza di Dio, il tuo sapore di Dio”. Allora la risposta alla domanda di chi sia veramente Gesù è un percorso di convivenza quotidiana con Lui, nella quale più vivi insieme a Lui e più Lo conosci. Non vi sono altre strade. Più Gesù entra nella nostra vita e più noi siamo vivi.

Il medesimo percorso vale quando si tratta del nostro rapporto con la Beata Vergine Maria. Al riguardo io non vi suggerirei tanto di pregare la Madonna per ottenere la Sua protezione. Certamente anche questo. Tuttavia la vera pietà e devozione a Maria pretende di ottenere qualcosa di più grande, cioè la grazia di accogliere Lei nella nostra vita, con il Suo stile di Credente e di Discepola gioiosa, libera e forte che senza alcun dubbio ci condurrà a Gesù.

Amen.

Mons. Luigi Pezzuto

Fonte: (Trascrizione a cura di A. Bianco)

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