Omelie

Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 9 dicembre 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, cari fedeli siamo alla seconda settimana di Avvento. Si tratta di un tempo liturgico speciale per noi cristiani.

Questo tempo vuole indirizzarci verso le cose importanti nella nostra vita e all’incontro con Dio nel silenzio del nostro cuore.
Il mondo secolare in cui viviamo, invece, vuole separarci dalle cosae importanti: dalle famiglie, da noi stessi e da Dio. Vuole rivolgere la nostra attenzione verso le cose transitorie, verso il divertimento e il superfluo.

A volte noi cristiani siamo disorientati e scambiamo il sacro con il profano. Sappiamo banalizzare il sacro e trasciniamo ciò che è profano nelle chiese in periodo di Avvento. Siamo testimoni che negli ultimi anni il clima profano è entrato nelle chiese: dalle bancarelle che vendono addobbi a quelle di vino e salsicce.
I canti natalizi suonano da giorni e non abbiamo ancora terminato di cantare quelli d’Avvento. Tutto questo lo giustifichiamo dicendo che tutto ciò piace ai giovani.
Non sono d’accordo. Tante volte ho sperimentato l’opposto.
Ho visto giovani alzarsi presto e venire alle Messe dell’alba. Ne ho visti che nel silenzio della chiesa si inginocchiano davanti al Santissimo Sacramento e si nutrono di questi momenti. Questo cibo spirituale riempie il loro cuore e non il vin brulè e le salsicce.

Sul significato dell’avvento come preparazione al Natale può essere d’aiuto la riflessione di papa Benedetto. Parla dell’esperienza di attesa e ci da alcune indicazioni da mettere in atto. L’attesa è presente in mille situazioni. Dalle più banali alle più importanti che coinvolgono tutto il nostro essere.
Possiamo pensare al figlio che il marito e la moglie stanno aspettando. Pensiamo all’attesa di un parente o di un amico che viene a trovarci da lontano. Pensiamo ad un giovane in attesa del risultato di un esame importante. Pensiamo a quando aspettiamo la risposta ad una lettera.
Potremmo dire che un uomo è vivo finchè è in attesa, finchè la speranza è viva nel suo cuore. La nostra grandezza spirituale e morale può essere giudicata da ciò che aspettiamo e speriamo.

In questo periodo di preparazione al Natale ognuno di noi può chiedersi: “Che cosa sto aspettando? Che cosa desidera il mio cuore?”
La stessa domanda possiamo porcela a livello di famiglia, comunità o nazione. Cosa stiamo aspettando?
Nel tempo prima della nascita di Gesù l’attesa del Messia era molto sentita. Era l’attesa di un discendente del re Davide che avrebbe liberato il popolo da tutte le forme di schiavitù morali e politiche per stabilire il Regno di Dio. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il Messia sarebbe nato da una ragazza umile come Maria, sposa di un uomo virtuoso come Giuseppe. Lei Stessa non avrebbe potuto immaginarlo. Eppure l’attesa del Salvatore nel Suo Cuore era così grande e la Sua fede e speranza erano così ferventi che Egli ha potuto trovare una degna Madre in Lei.
Impariamo da Lei, dalla Donna dell’Avvento. Impariamo come svolgere la nostra attività quotidiana con uno spirito nuovo con un senso di profonda attesa che solo Dio può soddisfare.

Cari fratelli e sorelle, cari fedeli, torniamo al brano evangelico che abbiamo ascoltato poco fa.
Rispondiamo alla chiamata di Gesù e andiamo a Lui, perchè nel tempo in cui viviamo siamo oppressi dai problemi della vita e dalle paure. I cuori sono avvolti dal dolore e dalla tristezza per la perdita dei loro cari. Le parole di questo mondo non possono portare loro conforto e pace.
Le Parole di Gesù che abbiamo appena ascoltato ci incoraggiano tanto. Quante volte nella nostra vita abbiamo sentito il peso dei doveri e delle responsabilità e ci sembrava di non poter compiere bene il nostro dovere. A volte i nostri vicini ci causano delusioni e dolori e noi siamo incapaci di fare qualsiasi cosa. Molte volte cerchiamo di dimostrare di essere innocenti rispondendo o con rabbia e invece peggioriamo solamente la situazione. Creiamo conflitti in nome del bene comune.
Alcune volte abbiamo momenti di dubbio o ci troviamo perfino sull’orlo della disperazione.
Il Signore ci dice “venite a Me”. Possiamo sempre andare da Lui. Lui ci chiama sempre e ci aspetta pazientemente.
Abbiamo visto come Gesù ci accetti e come possiamo presentarci davanti a Lui e chiedergli ristoro e pace. Siamo sicuri che non ci lascerà soli coi nostri problemi.

Spesso abbiamo sperimentato la grazia e l’aiuto di Dio, ma ugualmente ce ne dimentichhiamo nei momenti di prova. Abbiamo paura dei fallimenti, delle critiche, delle incomprensioni. Gesù ci dice di non avere paura, perchè Lui è con noi e possiamo contare su di Lui.
E’ bello quando qualcuno ci dice: “Puoi contare su di me in qualsiasi situazione”. Queste parole ci danno fiducia di non essere soli e dimenticati.

Gesù aggiunge: “Imparate da Me, perchè sono mite e umile di Cuore”.
Cerco di rendere il mio cuore come Quello di Gesù? Cerco di essere mite e umile?
Il tempo dell’Avvento ci offre la possibilità di modellare il nostro cuore secondo Quello di Gesù, per fare del nostro cuore un terreno fertile seminato dalla Parola di Dio che porterà frutto a suo tempo.
Questo Vangelo termina con le Parole di Gesù che descrivono la dolcezza del giogo e la leggerezza del peso. E’ difficile da comprendere questo per noi. Qui si tratta dell’Amore che rende facile e dolce qualcosa di amaro. Questo può essere compreso solamente dal credente che si è completamente abbandonato all’Amore di Dio.
In questo possiamo essere aiutati dalla Beata Vergine Maria, la Donna dell’Avvento. Lei ha ascoltato, aspettato, portato, partorito, seguito Gesù e Gli è rimasta fedele fino alla fine.
Ci aiuti con la Sua intercessione, affinchè questo Avvento porti buoni frutti spirituali nella nostra vita e pace per le nostre anime.

Amen.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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