Omelie

Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 26 dicembre 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, ieri, nel giorno di Natale, abbiamo sentito le Parole che tutti noi conosciamo molto bene: “Vi porto una grande gioia per tutto il popolo. Nella vostra città è nato il Salvatore, Cristo Signore”.
Queste Parole danno significato a tutto questo tempo di Natale. Guardando il presepe nelle nostre chiese e nelle nostre case queste Parole diventano chiare e vive. Oggi, dopo 2000 anni, possiamo sentire la stessa letizia che hanno provato i pastori in quel momento.

Ma appena abbiamo cominciato a sentire la gioia del Natale la liturgia ci pone oggi dinnanzi la figura di santo Stefano, primo martire.
Santo Stefano era uno dei 7 diaconi scelti per l’opera di servizio nei primi anni del Cristianesimo
Secondo gli Atti degli Apostoli è stato accusato, condannato e lapidato, perchè predicava Cristo. Con questo ha dato la sua vita per Cristo.
Tanti si chiedono “perchè questo contrasto”? Ieri la gioia del Bambino e oggi il sangue e il martirio.
A tutti noi piace vivere il Natale ammirando il presepe con Gesù, Giuseppe e Maria. Tutti abbiamo bisogno di essere consapevoli dell’Incarnazione di Cristo e comprenderne il motivo. Pensando a ciò questa festa di oggi riceve senso e significato. Con essa si vuole mettere l’accento su Gesù che viene in questo mondo come un piccolo Bambino, disposto a morire come noi umani.

Fratelli e sorelle, indipendentemente da tutto ciò che ci ostacola, dalla nostra miseria e dal nostro peccato, Dio vuole incarnarSi anche nella nostra vita per liberarci dai nostri peccati e per annunciare Se Stesso, per illuminarci e donarci l’Amore.
Gesù, dal calore della Trinità, entra in questo mondo freddo e crudele. Và incontro al dolore. Non fugge. Tocca il dolore e lo trasforma in gioia. Tocca la sofferenza e le da un significato diverso. Colui che da Bambino ha bisogno di aiuto diventa portatore della Salvezza per gli altri. Lui, così piccolo, è Dio Onnipotente.
Noi siamo piccoli e limitati, ma possiamo essere d’aiuto per il nostro prossimo.

Alla luce della Vita di Cristo ogni sofferenza della vita riceve senso.
Tertulliano scrisse: “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani”. Questo capita dove esiste la vera fede, dove la Parola Si incarna. La testimonianza diventa vera. La preghiera al Signore diventa un abbraccio al nostro nemico. Questo succede quando Dio Si incarna nella nostra vita.

Oggi, oltre l’esempio di Maria, abbiamo quello di santo Stefano per come seguire Cristo.
Morire da martire non significa essere eroi in questo mondo, bensì un sincero desiderio di assomigliare ancora di più a Cristo. Questo si vede quando Stefano viene lapidato. In quel momento prega per i suoi persecutori.
Essere martire significa morire a se stessi per poter vivere come Cristo. Essere martiri significa morire a se stessi quando l’altro ti colpisce pesantemente. Essere martiri significa perdonare il prossimo quando ti accusa. Il perdono è il modo in cui opera l’Amore di Cristo, l’Amore che Si dona al prossimo senza limiti.

Seguire Cristo significa somigliare a Lui nel Suo Amore. Quell’Amore Si umilia ai nostri occhi umani per andare incontro al prossimo e servirlo.
Questo è l’invito per ogni diacono, ma anche per ognuno di noi, Suoi discepoli, che siamo stati chiamati a fare ciò che Lui ha fatto. Serviamo il prossimo nell’Amore e nell’umiltà.

Cari fratelli e sorelle, questo santo ci faccia comprendere che non è impossibile vivere la santità anche nei nostri tempi.
In questo tempo di Natale cerchiamo di prendere decisioni concrete per la nostra vita. Proviamo a deciderci per Dio, ad aprirGli il nostro cuore. Lui toccherà la nostra vita ed entrerà in essa e trasformerà la nostra debolezza in santità, la nostra povertà in ricchezza spirituale.

Amen.

fra Perica Ostojić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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