Omelie

Omelia della santa Messa Medjugorje, 7 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi  il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Parola del Signore.

Cari fratelli e sorelle, qualcuno ha commentato così le parole del Vangelo di Luca che abbiamo appena sentito: “Affidare a queste persone (i discepoli) il compito di evangelizzare il mondo è più una follia che un atto di onnipotenza”. Non è facile per Dio cambiare il mondo, ma Egli ha deciso di non violare la libertà dell’uomo. In questo modo la storia diventa complessa e tormentata. 
Dio si trova nel pericolo di essere incompreso e rifiutato. Succede così anche per l’uomo. Questo è il rischio della croce. Dio sceglie proprio questo rischio. 

I 72 discepoli sono inviati nel mondo. Questo numero serve ad indicarci che tutti siamo apostoli e missionari.
Dio non ha bisogno di quelli che dicono “Signore, Signore”, ma di quelli che portano nel mondo una novità che si chiama Resurrezione. 
Dio ha bisogno di noi, ma non per il Suo onore. Nessuno può aumenttare l’onore di Dio. Egli ha bisogno di noi per gli altri e per noi stessi. Noi possiamo gioire in Lui, perchè siamo fatti a Sua Immagine. 

Un cristiano che non ha mai dimostrato il desiderio di annunciare la Buona Novella, che non ha mai sentito il bisogno di parlare di Dio, di impegnarsi nella vita pastorale, non è un cristiano, ma un pagano con la maschera da cristiano. 
Se qualcuno non è allo stesso tempo sia cristiano che apostolo non è nè cristiano nè apostolo. 
Forse potremmo dire a Dio: “Tu ci mandi nel mondo, ma come possiamo annunciarTi al mondo? Chi ci ascolterà?” Ma questi pensieri li avevano anche i 72. I loro ascoltatori non erano disposti meglio ad accogliere la Buona Novella. 
Gesù conosce la nostra condizione e ci dice: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi”. 
Voi pensate di essere pochi e non sufficienti. Siete messi alla prova e pieni di timore. C’ un’unica soluzione a questa situazione: bisogna pregare il Signore della messe. 
Tutto ciò di cui necessita un cristiano proviene da Dio. Non può fare nulla da solo. San Paolo ha detto: “Posso fare tutto in Colui che mi da la forza”. 

Papa Giovanni Paolo II ha detto con semplicità: “Stiamo perdendo tante battaglie, perchè preghiamo troppo poco”.
E Gesù aggiunge: “Andate, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate nè borsa nè sacca nè sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada”.
Gesù ci manda nel mondo violento senza protezione. Ci potremmo aspettare che ci dica di portare un bastone per difenderci, ma Gesù ci dice che vinceremo solamente se saremo come agnelli: pieni di dolcezza, poveri, distaccati dalle cose materiali. 
Dobbiamo avere paura del mondo solo quando lo affrontiamo con le sue stesse armi: egoismo, colpa, dispetto e cattiveria. 

Un filosofo ha detto ad un uomo che puliva le strade: “Mi spiace per te, perchè il tuo lavoro è molto sporco”. “Ti ringrazio. Ma tu di cosa ti occupi?” Il filosofo ha risposto: “Mi occupo della mente e dello spirito umano”. E l’uomo ha risposto sorridendo mentre continuava a spazzare: “Non dobbiamo avere paura del mondo se lo affrontiamo con la preghiera, la bontà e la pazienza, sacrificio e perdono”. 

Dionisio l’areopagita ha scritto: “Non ho mai avuto il bisogno di polemizzare con gli altri”. Questo è lo stile dei santi, di coloro che vogliono cambiare qualcosa nella storia umana. 
Gesù dice: “In qualsiasi casa entriate dite prima: ‘Pace a questa casa’. Se vi sarà un figlio della pace la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi”. 
Il cristiano sa che Dio ama tutti, anche coloro che sono lontani. Coloro che amano Dio devono amare tutti gli uomini. 
In qualsiasi casa entriate chiedetevi se lì c’è la volontà di sentire la Parola di Dio. Dobbiamo avvicinarci a tutti per portare loro la pace. Nel mondo non c’è pace, perchè non c’è pace nei cuori umani. 

Le guerre non scoppiano a caso, ma sono il frutto dell’esplosione dell’inquietudine nel cuore umano. 
Oggi ci manca la pace. Per questo motivo usiamo tanti farmaci per curare la depressione. 
Si può calmare una madre che ha ucciso il proprio figlio?
Ci sono troppi omicidi e troppi suicidi. Il suicidio è la seconda causa di morte nel mondo. 

Oh cristiano, sii invitato a portare la pace nel mondo. Non con una magia, ma con la gioia che vivi ogni giorno.
I santi portavano la pace agli altri, perchè avevano la pace nel cuore e perchè affrontavano le prove quotidiane con Dio nel cuore. 

Un filosofo ha scritto: “Per me l’omelia più forte è la vita di un sacerdote. Un buon sacerdote non deve dire niente. Io lo osservo e a me basta”. 
Questo si potrebbe dire anche per i genitori di una famiglia, per gli insegnanti, per tutti noi. La nostra vita parla molto di più di tante parole. 

Amen.

fra Karlo Lovrić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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