Omelie

Omelia della santa Messa italiana – presieduta da mons. Giampaolo Crepaldi – Medjugorje, 19 settembre 2019


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Parola del Signore


Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, stretti intorno all’altare in cui si rinnova l’offerta di Gesù al Padre attraverso la potente azione dello Spirito Santo, vogliamo esprimere la nostra devota gratitudine all’Amore Trinitario che qui a Medjugorje si manifesta in modo particolare con i tratti del Suo perdono e della Sua Misericordia.

Anche noi, come la donna peccatrice del racconto evangelico che abbiamo appena ascoltato, siamo venuti qui per prostrarci ai Piedi di Gesù.
Come lei anche noi siamo chiamati a coltivare un amore grande, perchè è l’amore che ci fa sperimentare la gratuità del perdono.
Come lei anche noi, dopo una bella confessione, assaporiamo la gioia del perdono e il gaudio di una vita rinnovata e rinata in Cristo.
Come lei anche noi dobbiamo essere fermamente certi che il debito che abbiamo accumulato con i nostri comportamenti peccaminosi è completamente condonato, perchè come lei anche noi sappiamo che ci vengono perdonati i molti peccati quando amiamo molto.
Come lei anche noi siamo a Mensa con Lui diventando Suoi familiari salvati dalla grazia del Suo perdono.
Come lei nel momento della Santa Comunione toccheremo quel Corpo martirizzato sulla croce e glorificato con la Risurrezione, consapevoli che la Misericordia divina è un dono di grazia per tutti.
Come lei anche noi dobbiamo sentirci salvati e redenti completamente dal nostro male che spesso e per tanto tempo ha afflitto la nostra anima, avvertendo quella pace profonda che Gesù Stesso annunzia: “Ti sono perdonati i tuoi peccati. La tua fede ti ha salvata. Và in pace”. E’ questa una delle formule con le quali il confessore conclude il rito della Confessione ripetendo ad ogni pentito lo stesso augurio di salvezza e di pace. Facciamone tesoro. Non ci mancherà la Sua grazia.

Carissimi fratelli e sorelle, l’invito pressante che ci giunge a Medjugorje è quello della conversione che si concretizza nell’invito ad orientare la nostra vita a Cristo e alla Vergine Maria, la Madre che ci accompagna in questo viaggio per arrivare a Gesù. E’ la Madre che legando il nostro cuore al Suo Cuore ci consente di fonderci in Cristo, nei Suoi pensieri e intenzioni, nella Sua Volontà.
In questa ottica vogliamo disporci a consacrare le nostre persone alla Regina della Pace consapevoli che Maria vuole la nostra salvezza e la salvezza dei fratelli. E’ questa la strada della santità da percorrere con in mano la corona del Rosario. Nella contemplazione dei misteri cristiani trovano luce i misteri altrimenti indecifrabili della vita e della storia dell’umanità che questa sera affidiamo all’Amore Materno della Regina della Pace.

A questa Regina affidiamo gli sposi e le famiglie, perchè non venga meno la dolcezza dell’amore vero, la serenità di un lavoro dignitoso, la generosità nel dono della vita.
A questa Regina affidiamo i nostri giovani, perchè non si spenga in loro la volontà di aderire a Cristo, l’Unico in grado di aiutarli nel pensare e nel progettare il proprio futuro.
A questa Regina affidiamo i nostri sacerdoti, consacrati, seminaristi, affinchè siano sempre pronti e fedeli nel rispondere alla loro vocazione.
A questa Regina affidiamo chi è malato, solo ed emarginato, umiliato e disperato, chi è insidiato dal pensiero che la vita sia un peso insopportabile.
A questa Regina affidiamo le nostre città e i nostri paesi e chi li amministra, perchè non manchi mai il coraggio del bene comune.
A questa Regina affidiamo le nostre chiese diocesane, perchè il Signore Gesù sia la Fonte del loro agire, del loro servizio, del loro insegnamento, della loro missione.
A questa Regina affidiamo le nostre persone chiedendo la grazia di essere custoditi nel bene incommensurabile della fede, della speranza e della carità di Cristo Gesù.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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