Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 10 gennaio 2020


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, tutto ciò che Dio fa per gli uomini lo fa per Amore. Dio desidera che tutti noi Lo guardiamo e Lo accettiamo come nostro Re.
Dio è la pienezza dell’Amore e dona ad ogni uomo ciò che gli è necessario nella vita.

Nel Vangelo che abbiamo appena sentito Gesù dice: “Mi ha mandato ad annunciare ai poveri il lieto annuncio e a proclamare ai prigionieri la liberazione e a ridare ai ciechi la vista”.
Dio vede il cuore di ogni uomo e gli dona quello che è necessario. Ogni uomo è un figlio amato di Dio. Questo Amore di Dio è per tutti noi.
Tutti noi abbiamo bisogno di una persona per donare l’amore che portiamo in noi.

La prima lettura ci parla proprio dell’amore che dovremmo a vere. Chi ama Dio ama anche il proprio fratello.
Spesso ammiriamo le persone che vanno in missione e vivono l’amore cristiano. In questo vediamo il culmine dell’Amore. Si sacrifica la propria vita, affinchè qualcun altro possa stare bene.
Le letture ci aiutano a comprendere che il primo luogo in cui sono invitato a vivere l’amore è la mia famiglia.
Spesso sentiamo dire “ti voglio bene”. Queste parole si pronunciano con troppa facilità. Lo facciamo come se fosse un’usanza. Dietro a queste parole non ci sono le opere.

Cari fratelli e sorelle, per sapere che una persona ci ama non ci deve dire qualcosa, ma deve rimanere con noi e farcelo sentire.
L’unica persona che rimane sempre con noi è Dio. Noi siamo testimoni dell’Amore di Dio nel mondo e sappiamo che il nostro compito è portare il Suo Amore agli altri uomini, a coloro che cercano Dio e il Suo aiuto.
Spesso aiutiamo i poveri o doniamo soldi ai mendicanti, ma non facciamo altrettanto nelle nostre famiglie.
Quanto tempo, soldi e impegno si mettono nell’educazione dei figli? Il primo posto dove noi fedeli manchiamo è la nostra famiglia. Spesso non siamo le guide che portano i nostri cari a Dio. Non siamo coloro che danno l’esempio nella preghiera e nei Sacramenti.

Noi sacerdoti non cadiamo nelle debolezze tra i fedeli, ma nelle nostre comunità. Spesso siamo di peso ai confratelli. Mostriamo a loro tutto, ma non l’amore.
Quando qualcuno compie del male di solito si dice: “E’ normale, perchè provviene da una famiglia problematica. Non gli è stato donato amore. Non ha avuto esempi”. Questo è ciò che facciamo noi nella nostra vita.
Perchè è impossibile che uno nella mia famiglia mi riconosca come credente? Come è possibile che devo andare nei paesi lontani per essere apprezzato e nella mia città e nella mia famiglia nessuno mi riconosce come credente?

Tutti noi corriamo dietro ai soldi, ai viaggi, alle case belle, ai vestiti. Pensiamo alle cose materiali nella nostra vita. Ma quando arriviamo ad una certa età ci accorgiamo che tutto questo è vanità. A nessuno manca il denaro e nessuno ha bisogno di una casa enorme o tante macchine. Ma solamente senza amore non possiamo vivere.
Per noi è tanto difficile dare amore. E’ come se non volessimo darlo al marito, alla moglie, ai figli. Abbiamo paura di essere derisi.
L’amore è qualcosa che è molto prezioso nella nostra vita.
Chi ama Dio deve amare anche il suo prossimo. Questo è il compito di noi fedeli.
Chi ama Dio e non ama il fratello è un bugiardo. Non devi spiegare agli altri ciò che fai, ma devi essere certo dentro di te di aver fatto il tuo dovere, perchè hai eseguito il comando di Dio.
Non devi andare lontano. Consacrati a Dio e sii felice di far parte della vita degli altri.

La prima lettura ci dice che i Comandamenti di Dio non sono pesanti. Qualche volta ci sembrano difficili, ma Dio ci invita a vivere i due Comandamenti dell’Amore: amare Dio e amare il prossimo come se stessi.
Sono impossibili da vivere se penso di accontentare solamente me stesso. Ma facendo così qualcuno è triste a causa mia.
Quando decido di amare il prossimo vedo quanto è dolce la vita sulla terra.
Se questo Amore provviene da Dio ed è santo può creare gioia e felicità.
Cerchiamo di essere portatori d’Amore che riconoscono Dio e l’uomo da servire, perchè sono il nostro mezzo di salvezza per l’eternità.

Amen.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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