Omelie

Omelia della santa Messa Medjugorje, 8 marzo 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, dieci giorni fa abbiamo iniziato il tempo di Quaresima che porterà alla più grande festa cristiana: la Pasqua.

La Chiesa ci invita alla conversione e alla riscoperta della nostra identità cristiana e la bellezza del Battesimo, per mezzo del quale diventiamo discepoli di Cristo.
Questo cammino di conversione non è facile, perchè include la sofferenza e la penitenza.

E’ interessante vedere che anche le letture di oggi ci parlano di un cammino. Abramo nella prima lettura e Gesù nel Vangelo.
Con l’invito ad Abramo inizia una delle tappe più importanti della storia della salvezza. Dio lo invita a lasciare la sua terra e la sua parentela per recarsi verso la Terra Promessa. Promette di fare di lui una grande nazione.
In quel momento Abramo ha 75 anni e umanamente è impossibile avere una discendenza così numerosa come promesso dal Signore. Ma nonostante la sua vecchiaia Abramo si fida e si incammina.

Abramo ha vissuto pazientemente e ha atteso la realizzazione della promessa del Signore. Ha avuto da Sara il figlio Isacco 25 anni dopo che Dio gli ha fatto la promessa.
Abramo crede al Signore e per tutta la sua vita gli è rimasto fedele. Così diventa per noi padre della fede ed esempio da seguire durante tutto il cammino quaresimale.

Anche noi, fratelli e sorelle, siamo chiamati come Abramo ad andare verso l’ignoto, ad andare in un’avventura con Dio, come ha fatto Abramo.
Siamo chiamati a lasciare le sicurezze del quotidiano e ad affidarci alla guida del Signore per riscoprire la bellezza e la profondità della chiamata cristiana.

Nel Vangelo di oggi Gesù si trova lungo il cammino verso Gerusalemme, dove subirà la Passione, Morte e dove risorgerà.
L’evangelista Matteo ci riporta un evento durante questo cammino: la Trasfigurazione di Gesù. Per comprenderlo meglio è importante sottolineare che prima di questo fatto Gesù aveva annunciato agli apostoli che avrebbe dovuto subire la Passione e la Morte. Gesù prende con Sè Pietro, Giacomo e Giovanni e li conduce su un monte alto. Qui Si trasfigura. Il Suo Volto diventa brillante come il sole e le Sue vesti candide come la luce.
Gesù vuole far vedere ai discepoli che la croce, la sofferenza e la gloria della Resurrezione vanno sempre assieme. Non possono essere separati.
Egli si presenta ai discepoli con la gloria che avrà dopo la Resurrezione. Con la Trasfigurazione vuole incoraggiare i tre discepoli che porterà nell’orto degli ulivi, dove pregherà e suderà Sangue. Vuole donare la forza e la luce per comprendere l’amarezza della Sua Passione e Morte. Fa vedere loro che la morte non è la fine della Sua Vita, ma è l’inizio di una nuova Vita in cui Gesù sarà nella gloria.

Cari fratelli e sorelle, durante il cammino quaresimale ogni giorno siamo chiamati a scoprire la bellezza di seguire Gesù Cristo. Siamo consapevoli che questo non è facile. Gesù vuole incoraggiarci lungo il cammino, come ha fatto con gli apostoli.
Con questo evento Gesù ci mostra anche la gloria che ci attende dopo il cammino su questa terra.
All’inizio della Quaresima ci dona la forza facendoci vedere che le nostre rinunce non sono vane, ma ci portano verso la gloria eterna. Ma, come san Pietro, così anche noi spesso non comprendiamo gli eventi che Gesù ci mostra. Pietro vuole rimanere a lungo sul monte per godere della gloria di Gesù. Egli dimentica che quello è solamente un assaggio della gloria definitiva che avverrà più tardi.
Pietro non vuole tornare nella realtà della vita, perchè sa che Gesù deve andare verso Gerusalemme, dove dovrà morire. Pietro rifiuta la croce e così anche la gloria futura. Il suo modo di pensare è comprensibile a tutti noi. Noi preferiamo guardare la gloria di Gesù piuttosto che portare la nostra croce quotidiana.

Spesso vediamo la croce solo come un peso dimenticandoci che fa parte della nostra vita. Dimentichiamo anche che la croce e le sofferenze non sono la fine, ma l’inizio di una nuova vita in cui saremo trasfigurati come Gesù. Lui, con la Sua Trasfigurazione, vuole incoraggiarci lungo il cammino. Vuole che, portando la croce, posiamo lo sguardo non verso la terra, ma verso il cielo.

Cari fratelli e sorelle, nella Bibbia il monte rappresenta il luogo dell’incontro tra Dio e l’uomo, il luogo dove Dio si rende visibile. Questo luogo, per noi cristiani, è la celebrazione della santa Eucaristia. Gesù si è trasfigurato davanti ai discepoli, ma ci dimentichiamo che si trasfigura anche davanti a noi ogni giorno nella celebrazione dell’Eucaristia, dove si dona a noi nella Sua Parola e nel Suo Corpo.
Già qui sulla terra ci fa provare la gloria celeste.
Questa celebrazione sia per tutti voi che siete venuti da lontano ispirazione per il tempo di Quaresima e nella vita, per seguire con più decisione il Signore, ascoltando la Sua Voce e avendo sempre in mente la Sua promessa.

Sia lodato Gesù Cristo.

fra Renato Galić diacono francescano

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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