Omelie

Omelia della santa Messa italiana – Medjugorje, 9 marzo 2020

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Parola del Signore.


“Date e vi sarà dato”. E’ vero?
Dio non mente. La Parola di Dio non mente.

Guarda un attimo la tua vita. “Date e vi sarà dato”. Succede sempre?
Pensiamo ad una coppia. Magari c’è la moglie che cucina, fa, dice, dà sempre tutto e chiede all’uomo che torna dal lavoro: “Mi fai questo servizio?” “Sono stanco!”

Nella nostra vita vediamo che tante parole è come se non prendessero carne. Spesso il nostro egoismo e la nostra chiusura ci portano a vivere esattamente il contrario.
Dai, dai, dai e magari non ricevi oppure cerchi sempre di ricevere e non pensi mai a dare.
Allora questa Parola “siate misericordiosi” un pò ci scuote, perchè ci porta a chiedere: “Ma allora dobbiamo essere dei cristiani fessi che danno sempre senza ricevere nulla in cambio?” Oppure bisogna essere coloro che si proteggono e non danno mai?

Misericordiosi cosa vuol dire? Da che parola deriva? Da due parole latine: “miser” e “cor, cordis”.
Misericordia vuol dire dare il cuore al misero, dare il cuore a chi potresti aspettarti che non ti ridia nulla.
Ogni volta che sentiamo una Parola è importantissimo considerare la dimensione verticale e quella orizzontale.
Pensate alla nostra Messa. Il sacerdote guarda la croce che è sull’altare. Ogni nostra Messa deve essere questo: la dimensione verticale nel nostro legame con Dio e la dimensione orizzontale, quella tra i fratelli.
Ogni Parola deve avere queste due dimensioni.

Ad esempio in questa Parola che succede? Se tu vedi solo la dimensione orizzontale ti accorgi di quante volte hai dato e non ti è stato dato, di quante volte hai provato a non giudicare e sei stato giudicato, hai provato a non condannare e sei stato condannato, hai provato a perdonare e non sei stato perdonato. Che succede? Chiuso!
Se non metti in questa Parola la dimensione verticale, cioè non ti chiedi “quante volte queste cose Dio le ha fatte per me?”, si smonta tutto. Si spacca tutto.

Specialmente in un tempo così difficile in cui ci vengono a mancare tante certezze e sicurezze il rischio di chiudersi nell’egoismo è dietro l’angolo.
Allora davvero in questo momento della Quaresima è importante ripuntare lo sguardo su quel segno inalzato che è l’unione tra il verticale e l’orizzontale: il Crocifisso. Puntando gli occhi su di Lui possiamo chiedere: “Quante volte abbiamo ricevuto e in che maniera possiamo restituire?”

Medjugorje credo che sia una delle poche parrocchie al mondo in cui oltre l’Adorazione Eucaristica c’è la venerazione della croce.
E’ vero che satana non riesce a guardare l’Eucaristia, ma se chiedi ad un posseduto di puntare gli occhi sulla croce non ce la fa. Sputa, si dimena, ma non guarda. E’ un segno troppo grande, troppo forte. Un segno di dono totale, di amore totale, di amore che non chiede niente in cambio.
I tuoi peccati ti segnano e ti levano l’amore e finchè non arriva davvero il momento in cui tu non punti lo sguardo su di Lui e piangi d’amore e di dolore per quanto Amore è stato effuso per te.
Che facciamo noi sacerdoti quando in confessionale arriva un marito o una moglie che ama e è stato tradito dal coniuge, non riceve nulla da coniuge o addirittura è stato picchiato? Intanto cerchi di proteggere la persona, perchè amarsi vuol dire amare l’altro, ma anche se stessi. Se in qualsiasi matrimonio tu scopri che l’altro non l’ha sposata in virtù di quel Cristo che sposa la Chiesa, cioè che tutti quei gesti d’amore per cui non riceve risposta li sta facendo per Cristo, tutto cade. Dopo tanto tempo che dai, dai,  , dai e non ricevi il tuo cuore si chiude. Se tu non ti accorgi che hai sposato Qualcun altro, che il tuo Sposo per eccellenza è Cristo che sposa la Chiesa e che ogni gesto è un gesto per rispondere prima di tutto al Suo Amore e non alle cose che fà il coniuge, i matrimoni si spaccano subito.

Anche un sacerdote se non scopre che attraverso le persone sta rispondendo all’Amore infinito di Cristo, si stanca subito di dare. Quante volte succede? La gratuità se non la vivi tutto perde senso. Ci stanno anche persone che le ascolti e per qualche motivo dici un “no” e ti mandano a quel paese.
Il Signore ci chiede un amore di una dimensione gratuita. Ma finchè non facciamo piena esperienza del Suo Amore di fronte al nostro peccato che, nella Confessione, diventa bianco come la neve anche se è gravissimo, se non riusciamo a sperimentare questa gratuità il nostro modo di amare, di non giudicare, di provare a perdonare cade subito. Subito arriva satana che ti dice: “Ma che lo fai a fare? Tanto non ti risponderanno. Cosa dai a fare? Quante volte hai donato e non hai ricevuto neanche un grazie?”.
Subito tutto cade. Invece la dimensione verticale e quella orizzontale devono essere sempre unite.

Ci sono tante idee e etimologie d’amore. C’è qualcuno che dice anche “amors”, “a mortis”. Una delle parole che c’è in amore, guarda caso nel Signore che muore per noi, è “morte”.
Mortificare vuol dire “mortem facere”, dare morte al proprio io. Noi diciamo: “io voglio questo e quello”. Il Signore ci risponde: “Prova a dare e riceverai una gioia grande”.
Se dai senza la consapevolezza di aver ricevuto già da Qualcun Altro il tuo dare sarà sempre più frustrato. Essere cristiani frustrati è una cosa molto brutta e triste.
Noi doniamo, non perchè siamo gente che si svuota, ma perchè siamo Amore traboccante. Continuamente invochiamo lo Spirito Santo e ci lasciamo riempire da questo Amore e quando il bicchiere trabocca arriva al fratello con gioia, non con la tristezza di chi sa che forse non riceverà nulla in cambio.
Tra noi cristiani ce ne sono già abbastanza di tristi e frustrati.

Tu come vuoi essere? Che cosa vuoi essere? Vuoi essere un cristiano che chiede purificazione dal proprio io e che dona con gioia oppure vuoi essere altro?
Le Parole che abbiamo ricevuto sono davvero Spirito e Vita. Vita eterna che vince la paura, le tristezze, che vince questo periodo terribile di morte, che sa vedere il bene anche dove sembra non esserci.

Pensate a chi vive qui a Medjugorje. Arrivano frotte di pellegrini e diventa un’impresa salire sul monte o fare una Via Crucis e ti lamenti. Adesso siamo io, la Mamma e te e diciamo: “Ma che brutta che è adesso Medjugorje. Che desolazione. Non possiamo incontrare la gente”. C’è sempre il bicchiere mezzo vuoto e non quello mezzo pieno che ci farebbe dire: “Adesso viviamo un pò di Tabor. Viviamo un pò con il Signore, così quando verranno di nuovo   le persone ci troveranno trasfigurati e pieni d’Amore da poter dare agli altri”.
Cosa vuoi fare? Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

All’altare della salvezza, da cui giungono questi fiumi di Misericordia e di Vita, chiediamo di riempirci oggi per essere nuove creature purificate, perdonate, amate che amano, perchè riempite dell’Amore di Cristo e del Suo fiume immenso di Misericordia.

Amen

Don Daniele Pavoni

Fonte:  (Trascrizione a cura di A. Bianco)

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