Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 16 aprile 2020


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Parola del Signore.


Carissimi fratelli e sorelle, nel Vangelo leggiamo oggi che Gesù Risorto viene per la prima volta tra gli apostoli. Li trova confusi, spaventati e pieni di dubbi.

Perchè così tanti dubbi? Perchè hanno bisogno di così tante conferme riguardo alla Resurrezione di Gesù? Coloro che hanno vissuto con Gesù per tre anni. Coloro che sono stati testimoni dei grandi segni che Gesù ha compiuto davanti ai loro occhi. Soprattutto sapevano già che Gesù era apparso a Pietro e alle pie donne.

I discepoli, confusi e spaventati, pensavano di aver visto un fantasma, ci dice il brano del Vangelo di oggi. Gli apostoli non hanno una fede spontanea nella Resurrezione. Perciò possiamo già giungere alla prima conclusione: la Resurrezione non è un prodotto della loro immaginazione.

Osserviamo ora come Gesù si comporta con loro. Egli vuole fortemente convincere i Suoi amici che non è un fantasma, ma Lo stesso di prima, sebbene in uno stato diverso.
La prova più forte della Sua Identità sono le Sue Piaghe: un chiaro segno della Passione, Morte e Resurrezione del Messia, come era stato preannunciato dai profeti.

L’evangelista Luca vuole confermare ai lettori che Gesù non è un fantasma. Gesù è presente nel Corpo anche se il Suo Corpo è stato trasformato. Luca sottolinea che i discepoli non solo guardano Gesù, ma Lo toccano. E Gesù non solo parla e si fa toccare, ma mangia anche con loro.
Gesù fa di tutto per aiutare i discepoli a credere. Guardate bene come Gesù debba adattarsi a loro e alle loro inquietudini. Solo così il loro cuore si può calmare.
La prima cosa che Gesù fa è tranquillizzare i Suoi discepoli.

Fratelli e sorelle, la più importante parola della Pasqua è “pace”. E’ il saluto di Gesù. E’ la firma del Cristo Risorto.
Gesù, pieno di bontà e comprensione, porta ai discepoli la pace e gradualmente apre il loro cuore e le loro menti per poter comprendere le Scritture in modo che possano diventare testimoni delle Sue Parole.
In Gesù tutto ciò che si trova nella legge, nei profeti e nelle Scritture è adempiuto. I discepoli hanno appena iniziato a rendersene conto.

Gesù dice ai discepoli quale sarebbe stato il loro compito, cioè che nel Suo Nome avrebbero dovuto predicare la conversione, il perdono dei peccati.
Il messaggio di Gesù avrebbe raggiunto i confini della terra.
I discepoli sono testimoni sia del Cristo Risorto che della diffusione della Sua Parola.

Le apparizioni di Cristo Risorto, il Signore e lo Spirito Santo trasformeranno un piccolo numero di demoralizzati pellegrini di Galilea per la Pasqua ebraica a Gerusalemme in un gruppo di individui determinati, sicuri della loro invincibilità, perchè avevano una forte fiducia in Dio, loro scudo.
Si potrebbe dire che gli apostoli hanno dovuto passare per una morte spirituale all’inizio della loro missione.

Un nuovo Spirito ha travolto quel gruppo e ha scacciato paura e timore. Sono state gettate nuove basi. C’è stato un terremoto spirituale che ha messo tutto in discussione.
Gesù, con la Sua Resurrezione, ha provocato uno sconvolgimento immenso in ogni area del mondo. Nemmeno oggi siamo capaci di vedere tutta la portata di quell’evento.

Se oggi pensassimo e meditassimo sul messaggio di Gesù noi cristiani potremmo comprendere alcuni messaggi. Il primo è quello di non dubitare di Lui e ricevere la Sua pace. Il secondo è crescere nella fede leggendo la Sacra Scrittura e testimoniarla.
Quante volte dubitiamo. Quanto è difficile per noi. Gesù sembra essere sparito. E’ come se non operasse dentro di noi. Proprio come i discepoli siamo confusi e terrorizzati davanti al dolore, alla sofferenza, alle guerre, di fronte a questo virus.

Guardiamo le Sue Braccia e le Sue Gambe sulla croce nelle nostre case e abbiamo paura di vederLo comè, reale. Si mostra a noi nell’Eucaristia ogni volta durante la Messa.
Si rivolge a noi attraverso le letture, ma noi non Lo capiamo. Anche se la situazione è questa Gesù non si arrende con noi. Apre gli occhi dei nostri cuori e delle nostre menti. Se accettiamo di essere Suoi diventiamo testimoni viventi. Ci assumiamo la responsabilità di viverLo e testimoniarLo a tutte le nazioni. Ne siamo testimoni dopo il Battesimo e la Cresima, dopo aver ricevuto la pienezza dello Spirito Santo.

Probabilmente sapete che la parola “martire” deriva dalla parola greca “martir”. Martire è chi è stato ucciso per il suo credo o a causa della sua testimonianza.
Tutti gli apostoli hanno vissuto il martirio ad eccezione di Giovanni che fu esiliato sull’isola di Patmos. Perchè morirono tutti come martiri? Perchè non potevano fare a meno di testimoniare.
Ecco perchè sappiamo che la loro testimonianza è affidabile, autentica. Nessuno muore per qualcosa che non è vero. Chi darebbe la propria vita per una bugia?

Il Cristo Risorto oggi apre le loro menti per far comprendere le Scritture.
Il segno decisivo di fiducia nella Resurrezione è la conoscenza della Scrittura. Questo è particolarmente importante per i credenti di oggi, per noi. Avere fede è anche conoscere la Scrittura.
Secondo la Scrittura, la Sua Parola vivente, Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio incarnato, è ancora presente tra di noi.
I discepoli L’hanno visto. Hanno parlato con Lui. Hanno mangiato con Lui.

Dopo la Pentecoste i discepoli non tacevano più. L’hanno testimoniato e sono morti per Lui. Quindi non c’è dubbio sulla loro autenticità.
Ancora oggi, duemila anni dopo, accettiamo e accogliamo la loro testimonianza.

Essere testimoni significa portare la pace e la gioia della Pasqua, risvegliando la speranza nei cuori e ravvivando la fede e l’amore.
Non dimentichiamo che gli apostoli, incoraggiati dalle Parole di Gesù, hanno compiuto prodigi, come vediamo nella prima lettura di oggi. Lo hanno testimoniato, ma in modo particolare lo hanno fatto offrendo la loro vita, attraverso un’esistenza piena d’amore per il prossimo, anche per il nemico, fino al martirio per la fedeltà all’Amore più grande che è Dio.

Celebrando la Resurrezione del Signore possiamo rallegrarci e ascoltare col cuore tutte le Sue Parole di vita.

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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