Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 15 maggio 2020


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, Gesù, prima della Sua morte, ha fatto un discorso ai Suoi discepoli. Li ha invitati a rimanere nel Suo Amore.
In che modo? Egli ha detto: “Se osserverete i Miei Comandamenti rimarrete nel Mio Amore. Chi osserva i Comandamenti del Signore rimane nel Suo Amore e voi siete amici se fate ciò che Io vi ho comandato”.

Quali Comandamenti ha dato Gesù? Uno solo: “Questo è il Mio Comandamento: amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi”. Egli sottolinea in modo particolare le parole “come Io ho amato voi”.
Oggi la parola amore ha mille significati. Qualche volta si abbina all’amore ciò che in realtà è contrario ad esso: l’egoismo.
L’Amore di cui parla Gesù e che ha mostrato richiama una grande generosità. Egli ha detto: “Nessuno ha un Amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici”.
Non si tratta di prendere, ma di donare; non fare violenza, ma rispettare. Questo è l’Amore di cui Gesù parla. Gesù ci dà per primo l’esempio. Egli offre la Sua Vita.
Non si chiede sempre di dare la vita, ma chi ama è pronto ad offrirla.

Gesù, Figlio di Dio, si è fatto uno di noi. E’ stato un semplice operaio. Egli alla fine ha dato la Sua Vita, affinchè tutti noi impariamo ad amare come Lui ha amato.
Gesù ha vissuto tra gli apostoli come Colui che li serviva e ha detto loro: “Non vi chiamo più servi”.
Tutto ciò crea una grande gioia. Gesù, nonostante tutte le umiliazioni, non ha mai perso la Sua gioia, perchè il Suo Amore era totale.
Se lo seguiamo sul cammino dell’Amore che si sacrifica abbiamo la Sua stessa gioia. “Ve l’ho detto, perchè la Mia gioia rimanga in voi e affinchè la vostra gioia sia piena”. Gesù ha detto queste cose alcune ore prima di affrontare la morte.

San Paolo afferma che il frutto della pace è la gioia: Sono più beati coloro che danno di coloro che ricevono. Lo sperimenta molto facilmente colui che ha donato qualcosa, un pò di tempo o un pò di se stesso.

Cari fratelli e sorelle, nella vita ci sono amori facili e amori difficili. Gli amori facili sono tra i fidanzati, tra i genitori e i figli, tra gli amici.
Quando Gesù comanda a noi di amarci non fa riferimento a questi amori, ma a quelli difficili. Quali sono? Amare i nemici, fare del bene a coloro che ci fanno del male, amare coloro che ci odiano.
Forse non possiamo comprendere subito il significato di questo amore. Una madre può perdonare l’assassino della propria figlia? Umanamente no. Domandiamoci: Gesù è sulla terra o no? Cerchiamo di comprendere.

L’uomo ha tre livelli. Il primo livello è quello animale. Quando tocchiamo la coda di un cane questo reagisce e vuole morderci.
Il secondo livello è quello razionale. Si dice che l’uomo sia un “animale che ragiona”. Se pensiamo a questo livello vediamo che la madre ha una sensazione forte verso l’assassino della propria figlia. Potrebbe pensare di reagire secondo l’istinto, ma ne valuta le conseguenze. Potrebbe avere danni alla sua salute o alla sua psiche. La ragione consiglia di non vivere la vendetta. Non ne vale la pena. La vendetta non è degna della nobiltà umana.
Il terzo livello è quello spirituale. Esso rende l’uomo un vero cristiano. Anche se non giustifica il reato, anche se sente l’amarezza nell’anima, anche se invoca la giustizia, la madre dice: “E’ meglio che chieda a Dio la forza di non odiare e di pregare per la conversione dell’assassino. Signore fa che nel carcere incontri un buon sacerdote. Signore, fa che quell’assassino si converta. Forse chiederà perdono per quello che ha fatto”.
L’Amore non sta forse in questo? Fermare l’istinto dell’odio e pregare per la conversione dell’assassino. Questo non è forse uno di quegli Amori pesanti, ma non impossibili, che Gesù ci comanda? Non è forse quell’Amore che trasforma la società umana in una società civile?

San Pietro, negli Atti degli apostoli, dice: “In ogni popolo a Dio piace colui che Lo teme e si comporta con giustizia. La prima giustizia è la carità e la misericordia, perchè rispondono ai bisogni essenziali. Cos’è l’uomo senza Amore?”
San Pietro e altri fedeli circoncisi si meravigliavano come mai lo Spirito Santo si fosse riversato anche sui pagani. Dio non fa preferenze: giudei o greci, santi o peccatori. Dio è Padre di tutti. Fa scendere la pioggia e splendere il sole sui buoni e sui cattivi. Chiede da noi che facciamo lo stesso aiutati dalla Sua grazia.

Il vero Amore comprende la sofferenza e alcune volte anche la morte. Dio ci ha amati e si è offerto come vittima di espiazione per i nostri peccati. L’Amore viene da Dio. Senza Amore l’uomo non è un vero uomo. Chiunque ama conosce Dio e assomiglia a Lui.

Cari fratellie sorelle, il Comandamento più grande che Gesù ci ha lasciato è quello di amarci come Lui ci ha amati. Ma cosa significa questo nella vita concreta?
Un sacerdote, uscendo dal circo, è passato davanti ai bambini che aspettavano il pullman. Ogni bambino aveva un palloncino colorato. Ad un bimbo di 4 anni è scappato un palloncino. Egli si è rattristato. per la perdita. Il bambino vicino si è accorto dell’accaduto. Allora ha aperto la sua mano e ha lasciato andare anche il suo palloncino. Molto presto tutti i palloncini dei bambini si sono alzati verso il cielo. Il bimbo, con le guance bagnate di lacrime, ha sorriso per la scena.

Amare significa gioire con gli altri che hanno raggiunto un risultato o condividere la tristezza con coloro che hanno perso qualcosa di caro; aiutare chi è stanco, parlare con la persona rifiutata. Queste piccole cose che sa fare una persona di cuore grande significano amare.
Amare gli altri. Amare coloro che sono con noi.

Preghiamo in questa santa Messa per avere la grazia di poter vivere questo Comandamento di Gesù, cioè di saperci amare come Lui ha amato noi.

Amen.

fra Dragan Ružić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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