Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 30 agosto 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, se ci ricordiamo le letture della domenica scorsa vediamo che questo brano del Vangelo è il proseguimento di quello della settimana scorsa, dove Gesù porta un grande cambiamento. In tale brano Egli cita le condizioni per seguirLo: prendere la propria croce.
Durante il percorso di Gesù verso Gerusalemme Egli educa i discepoli. Tutti noi sappiamo come finirà questo percorso verso Gerusalemme: Gesù verrà crocifisso.
Gesù è il primo a compiere ciò che chiede ai discepoli. Per primo ha preso la Propria croce.

Per comprendere ancora meglio il brano del Vangelo di oggi dobbiamo fermarci ed entrare nel contesto in cui sono state pronunciate queste Parole.
Gli ebrei hanno vissuto in attesa di un mondo migliore. La Palestina sarebbe dovuta diventare un giardino e una terra fruttuosa. Si ricorreva all’immagine dell’inizio della creazione del mondo. In queste attese hanno vissuto anche i discepoli di Gesù.
In questo contesto Gesù decide di annunciare per la prima volta la Sua Passione, Morte e Resurrezione. Possiamo immaginare il dramma che vivevano i discepoli. Colui per il Quale avevano lasciato lavoro, interessi e famiglia ora dice loro che sarebbe stato ucciso.

Nel Vangelo di oggi vediamo che Gesù vuole correggere l’immagine che i discepoli si sono fatti di Lui per evitare ogni inganno. Lui dice chiaramente che sta andando a Gerusalemme non per il trionfo, ma per essere ucciso e il terzo giorno resuscitare.
La logica umana si infrange contro queste parole e per questo reagisce Pietro. Pietro rappresenta anche il pensiero degli altri.
Egli prende Gesù in disparte e Gli dice che questo è inaccettabile, perchè loro si aspettano da Lui qualcosa di più grande. Gesù, invece, pronuncia parole dure: “Vattene da Me satana”.

Dobbiamo essere molto attenti a questa espressione. Gesù non vuole allontanare o rifiutare Pietro, ma semplicemente vuole metterlo al posto giusto. La traduzione giusta sarebbe: “Và dietro a Me. Segui i Miei Passi”.
Nella Bibbia satana è colui che si mette tra Dio e gli uomini, tra Dio e il Suo piano nei confronti dell’uomo. In questo momento Pietro và in direzione contraria a Gesù e al Suo progetto. Si comporta in modo simile a come si era comportato satana quando aveva provato Gesù nel deserto per portarLo verso il potere di questo mondo.

Se guardiamo la nostra vita possiamo vedere che spesso pensiamo come Pietro. Abbiamo paura ad accettare la croce nella nostra vita, perchè ostacola i nostri progetti e desideri.
Nella nostra vita abbiamo tante tentazioni se vogliamo seguire il Signore. Dobbiamo lasciare tante cose che ci garantiscono il piacere e la sicurezza in questo mondo.
San Paolo dice che Gesù, anche se Figlio, attraverso la sofferenza Si è abituato ad ascoltare. Dobbiamo comprendere che chi prende la croce non ha solo dolore; per prima cosa trova l’Amore di Colui che Si dona. Quell’Amore che ci da la forza di superare ogni prova e ogni dolore e trovare il senso vero.
Il vero mistero non sta solo nell’accettare la croce, ma anche nel modo di portarla. Solo colui che porta la propria croce con Amore si può dire discepolo di Gesù.

Cari fratelli e sorelle, ecco cosa si deve fare per salvarsi: amare gli altri fino in fondo anche quando non si viene ricompensati; donarsi per gli altri.
San Giovanni dice nel suo Vangelo: “Siamo passati dalla morte alla vita se amiamo i nostri fratelli”.
Solo per mezzo dell’Amore anche noi diventiamo capaci di portare le nostre croci.

Cari fratelli e sorelle, Dio non ha punito coloro che hanno crocifisso Gesù. Loro stessi si sono puniti. Dio ha salvato Suo Figlio risorgendoLo dai morti.
L’esempio di Gesù Crocifisso e morto non sia motivo di tristezza, ma segno di valorizzazione delle nostre croci, ma anche segno di speranza nella certezza che solo nella gioia della donazione per gli altri si può creare qualcosa di più grande in questo mondo.
Sia lodato Gesù Cristo.

fra Perica Ostojić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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