Omelie

Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 21 ottobre 2020


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.


“A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più»”.
Con queste parole, fratelli e sorelle, termina il Vangelo d’oggi.
A noi cristiani fu dato molto. Ci è stata annunciata la Buona Novella. Ci chiamiamo e siamo figli di Dio. Dio ci mette sul Suo trono.

Come mai c’è incomprensione? Quando ho perso questa conoscenza?
“Posso credere e non avere fame”. E’ un titolo interessante che ho letto. Posso credere quando tutto nella mia vita scorre in modo normale, senza grandi problemi o malattie.
Qualche anno fa abbiamo raccontato un omicidio di un sacerdote anziano in Francia durante la santa Messa. E’ capitato in chiesa sull’altare. E’ stato ucciso da un fanatico musulmano. Tutti erano confusi e hanno scritto su questo fatto, ma l’autore dell’articolo che ho menzionato prima era sconvolto per un altro fatto. Egli ha scritto: “Immaginate la santa Messa in mezzo alla settimana. La chiesa quasi vuota. Due parrocchiani, tre suore e un sacerdote molto anziano, con un volto tenero e mite sacrificato ai piedi dell’altare, dove ha celebrato il memoriale del sacrificio di Cristo. Questa scena che spezza il cuore fa comprendere la situazione del Cristianesimo in Europa. La Chiesa Cattolica vive della fede e dell’ardore di alcuni giovani e alcuni anziani. Perchè l’uomo deve aver fame per credere in Dio? Perchè deve esserci la pandemia di corona virus affinchè l’uomo si rivolga a Dio, per ricordarsi che le chiese devono essere costruite e non chiuse? Perchè il benessere e la ricchezza portano alla povertà spirituale? Perchè la sicurezza materiale ci convince che siamo autosufficienti e che Dio sia qualcosa di sporadico nella vita? Tutti vediamo le conseguenze di ciò e sono sempre più dolorose”.

La Bibbia ci dice che l’uomo si deve confrontare con questa questione sin dall’inizio. L’uomo è stato creato a Immagine di Dio. La sua natura era rivolta al Creatore. Questo è il primo stato dell’uomo. Ma già nel primo libro della Bibbia vediamo che invece di orientarsi verso Dio l’uomo si rivolge verso se stesso. Ecco perchè è necessaria la conversione. Dobbiamo passare il processo doloroso della purificazione interiore.
Ricordiamo il libro dell’Esodo come ha descritto il cammino di purificazione. Agli israeliti in Egitto era stata annunciata la notte in cui gli oppressori sarebbero stati puniti e loro liberati. Quella notte sia gli israeliti che gli egiziani sono rimasti senza benessere e sicurezza. Gli egiziani sono stati sconfitti. I loro primogeniti sono morti e i carri e l’esercito distrutti. Gli israeliti, invece, hanno rinunciato volontariamente a questa sicurezza. Gli uni sono rimasti nella tristezza per le perdite grandi, mentre gli altri si sono avviati nella gioia della ricerca della libertà.

Anche noi siamo qui per questa ragione a Medjugorje. Avviarsi nella gioia della ricerca significa abbandonare la sicurezza, vivere ciò che hanno vissuto gli israeliti. Essi si sono incamminati su un percorso di fede. Gli egiziani sono affondati nella loro incredulità.
Fratelli e sorelle, gli amici di Dio sono sempre sotto minaccia. Spesso temono e devono essere incoraggiati dalla Presenza di Dio.
In questa crisi da corona virus gli uni vivono questa situazione come una sconfitta completa, mentre noi camminiamo su un cammino di fede che non è sicuro, ma con la fiducia totale e l’abbandono nelle Mani di Dio.

Il Vangelo spiega l’attesa. Affinchè il cambiamento possa avvenire nel mondo deve esserci il lievito di pochissimi , ma decisi, collaboratori Cristo.
Nel Vangelo di oggi Gesù sottolinea il ruolo di questa minoranza di persone. Sono pochissime, ma molto forti.
Ritorniamo all’inizio: un sacerdote sacrificato, tre suore e due fedeli. Un piccolo gregge.
Fratelli e sorelle, accogliere Gesù Cristo significa rinunciare alla sicurezza terrena. Essere cristiano significa credere che la verità non è ciò che siamo, ma ciò che dovremo essere quando contempleremo Dio. Questo si raggiunge quando l’uomo vive come dice la Bibbia: gode di tutto ciò che Dio gli ha donato, ma non si lega a nulla.

Prendiamo in considerazione l’esempio di un monaco trappista. Nel 1996 i terroristi islamici sono entrati nel monastero di Altas, in Algeria e hanno ucciso due monaci. Di questa storia è stato fatto un film molto impressionante che ogni cristiano dovrebbe guardare.
Due anni prima di questo evento, cioè nel 1994, il priore aveva scritto il suo testamento. Si capisce che aveva intuito la morte, ma si può vedere la sua apertura profonda alla Volontà di Dio: vivere nell’attesa di ciò che non è avvenuto ancora e credere che la nostra vera verità non è ciò che siamo, ma ciò che saremo quando contempleremo Dio nell’eternità.
Questo martire scrive nel suo testamento: “Se un giorno succedesse, e potrebbe anche essere domani, che diventassi vittima del terrorismo che attacca gli stranieri che vivono in Algeria vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa e la mia famiglia ricordassero che la mia vita era consacrata a Dio. Vorrei che accettassero il fatto che l’unico Signore della vita non poteva non essere incluso nel mio martirio”. Ha detto che Dio era incluso nel suo martirio, cioè che il suo martirio faceva parte del piano di Dio. Continua: “Preghino per me, affinchè io possa essere degno di un tale sacrificio. Il mio martirio si aggiunga a quello di tanti altri credenti anonimi. Nessuno li conosce. La mia vita non vale più delle altre. Non possiedo l’innocenza dell’infanzia. Ho vissuto abbastanza per comprendere il male che purtroppo può sembrare regnare nel mondo. Quando verrà l’ora vorrei essere illuminato per chiedere perdono a Dio e ai miei fratelli e poter perdonare con tutto il cuore coloro che mi uccideranno”.
Conclude con alcune parole che rivolge agli assassini: “Per questa vita ringrazio Dio. Ringrazio Dio anche per coloro che mi uccideranno, perchè così si realizzerà il mio desiderio. Io potrò, a Dio piacendo, incrociare il mio sguardo con Quello di Dio per contemplare i Suoi figli come Lui li vede. Ringrazio Dio per questa vita persa e perchè mi ha voluto nella gioia eterna. In questo grazie includo anche voi, miei amici di ieri e di oggi: madre, padre, fratelli e sorelle. Anche te, amico dell’ultimo momento, che non hai saputo cosa stavi facendo. Anche a te dedico questo ringraziamento e questo addio”.

Amen.

fra Hrvoje Miletić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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