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La benedizione con la pace materna

“Cari figli! Oggi sono con voi e vi invito tutti a rinnovarvi vivendo i miei messaggi. Figlioli, che la preghiera sia per voi vita. Siate di esempio per gli altri. Figlioli, desidero che diventiate portatori della pace e della gioia di Dio nel mondo di oggi senza pace. Perciò figlioli pregate, pregate, pregate. Io sono con voi e vi benedico con la mia pace materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! “ (25-10-1997)

È importante comprendere correttamente il significato delle benedizioni. La parola ebraica BERAKHAH (benedizione) proviene dalla stessa radice di “ginocchio” e “adorazione”. Inoltre il suo significato è quello di dono, grazia, pace. Il termine greco “eulogia”, la parola latina “benedicere” e l’italiano “benedire” hanno perso in gran parte il proprio significato originale.

Esiste quindi il pericolo che la “benedizione” sia interpretata in modo molto superficiale, incorretto, fino ad un’interpretazione magica. Ciò accade sempre quando la benedizione viene interpretata solo come difesa dal male o come qualcosa che porta fortuna, un talismano.

Quando l’uomo benedice e rende grazie a Dio, prega davvero per i doni della grazia di Dio. Quindi la benedizione è innanzitutto un rapporto tra Dio e l’uomo e poi un rapporto tra l’uomo e l’altro uomo e la natura.

La benedizione presuppone che l’uomo abbia ricevuto una benedizione da Dio e che, colmo dei doni di amore e pace, diventi una benedizione per gli altri. Così come Abramo, pieno di una speciale benedizione, diventa benedizione per gli altri. “In te saranno benedetti tutti i popoli della terra”, “Io benedirò quelli che tu benedici” (Gen. 1,28). Nello stesso modo fu benedetto Noè, che porta una benedizione particolare ai suoi figli affinché costruiscano un nuovo mondo rinnovato nello Spirito (cfr. Gen. 9,1). Tutti i patriarchi, Aronne, Mosé, Davide, Salomone ricevono la benedizione e benedicono nel vero senso della parola. Elisabetta benedice Maria, Zaccaria benedice Dio di Israele.

Nella benedizione c’è anche una dimensione escatologica, perché chi benedice accoglie il cammino del Messia. In Cristo siamo tutti “benedetti di ogni benedizione spirituale” (Ef 1,3). Prima della sua Ascensione, Gesù benedice i presenti e li manda a Gerusalemme perché preghino e attendano lo Spirito promesso (cfr. Lc 24,51).

La benedizione, quindi, è sempre un dono ricevuto ed adottato nella propria vita. Se guardiamo come Maria parla nei messaggi e come benedice, si vede chiaramente come sia pienamente nella tradizione biblica. Ella è la “benedetta” tra le donne ed è diventata benedizione per tutti e trasferisce la sua benedizione a noi. Poiché ci benedice, sappiamo che in quanto Madre intercede per noi, che ci difende e si impegna per noi, si dona e ci indica il cammino. Ecco perché dice che ci dona la sua benedizione di pace, gioia, amore: e questi sono tutti doni dello Spirito Santo. Ella impartisce la benedizione di Dio e lo fa con il suo Figlio Gesù. La Madonna vuole che noi siamo benedetti, che siamo in Dio e, dotati di tutti questi doni, li portiamo a tutti gli uomini ed a tutte le creature.

La benedizione viene offerta a tutti e bisognerebbe accoglierla, ma anche portarla. In modo particolare i genitori dovrebbero donarla ai figli. Per questo motivo la benedizione paterna e materna è di particolare importanza. Quando Maria parla della benedizione materna, Ella esprime in senso biblico tutta la sua cura e premura materne, la sua preoccupazione ed il suo impegno per ognuno di noi. La benedizione è un vero ritorno al mondo di Dio dal mondo del male e del peccato, della povertà spirituale e materiale, dalla maledizione dell’allontanamento da Dio.

La maledizione è dunque il processo che conduce dalla creazione alla distruzione, dalla ricchezza alla povertà, dalla vita alla morte, dalla pace all’inquietudine. Questa è l’opera di Satana. Con i suoi peccati, a cui Satana lo spinge, l’uomo attira su di sé, sulla sua famiglia, sulla terra, la maledizione. Gesù vince sulla maledizione della Legge (cfr. Gal 3,13). In ciò consiste una parte della salvezza, nel sollevarsi dalla maledizione con l’uomo ed il mondo. Ci saranno sempre persone che con il loro comportamento attireranno a sé la maledizione. Nel giudizio finale Gesù dirà a coloro che si trovano alla sua sinistra: “Via da me maledetti!” (Mt. 25,41)

Poiché noi ci troviamo nella scuola della Madonna ed Ella ci benedice con ogni sua apparizione e con i messaggi ci impartisce la benedizione ed i doni ad essa collegati, siamo chiamati ad accogliere la benedizione ed a portarla agli altri. Ciò vuol dire che ogni parola che esce dalla nostra bocca deve essere benedizione, dono di pace, amore, vita, maternità e paternità, verità, giustizia e, con la forza della benedizione, non pronunceremo mai parole di maledizione né quello che faremo attirerà la maledizione su di noi o sugli altri.

Molti pellegrini chiedono al sacerdote la “benedizione speciale della Madonna” per poterla dare agli altri e chiedono speciali formule di preghiera. Ci sono anche persone che “danno” la benedizione della Madonna e concedono ai pellegrini il “diritto” di darla agli altri. Questo non è corretto.

Esiste il pericolo che si facciano le cose non solo in modo superficiale, ma anche errato. È bello che molti siano diventati consapevoli della benedizione che la Madonna dona e che si sentano obbligati a portarla agli altri, ma questo trasferimento non avviene per mezzo di formule, ma innanzitutto cambiando vita, ovvero abbandonando la maledizione del peccato e del male ed entrando nel mondo di Dio. Così ci si sentirà pronti non solo a pronunciare qualche benedizione, ma anche a diventare benedizione per tutti. In fondo è questo il desiderio della Vergine.

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