Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 3 marzo 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, la preghiera faceva parte della vita di ogni credente giudeo. Avevano le preghiere personali al mattino e alla sera, pregavano nel Tempio, nella sinagoga, nelle loro case.
Gesù, come Figlio del Suo popolo, era partecipe di questa preghiera. Pregava tanto e a lungo.
Ricordiamo alcuni momenti riportati nel Vangelo. Prega prima del Suo Battesimo, la notte prima di scegliere i 12, sul monte prima della Trasfigurazione, nell’orto degli ulivi prima della Passione.
Prima di ogni momento importante della Sua Vita Gesù prega.

Nel Vangelo di questa sera abbiamo sentito Gesù insegnare ai Suoi discepoli la preghiera del Padre Nostro.
Nella versione secondo Luca i discepoli Lo hanno visto pregare e Gli hanno detto: “Signore, insegnaci a pregare”.
Gesù insegna loro il Padre Nostro e non le formule semplici che aveva sentito o letto. Egli trasmette loro il Suo stile di preghiera. Perciò la preghiera del Padre Nostro è recitata non solo da noi cattolici, ma anche da altre comunità cristiane che credono in Gesù Cristo.
E’ una preghiera semplice. Prima Gesù l’ha insegnata ai discepoli e poi è diventata eredità della Chiesa.

Tertulliano dice che il Padre Nostro è il riassunto di tutto il Vangelo.
San Cipriano dice che è il riassunto dell’insegnamento divino.
San Tommaso d’Aquino dice che il Padre Nostro è la preghiera più perfetta.

Nel Vangelo che abbiamo appena sentito vediamo che Gesù, prima di insegnare a pregare, ammonisce i discepoli a non essere ipocriti. I pagani e i farisei pregavano agli incroci per essere visti, affinchè gli uomini avessero un bel parere di loro, anche se questo non produceva alcun frutto.
Gesù aggiunge: “Non sprecate parole come i pagani”.
Nell’Antico Testamento abbiamo l’incontro del profeta Elia con i profeti di Baal.         E’ terminato con la loro morte. Erano 400; urlavano tutto il giorno. Elia li ha presi in giro: “Dovete gridare più forte. Forse il vostro dio non vi sente. Forse dorme”.
Elia ha bagnato l’olocausto tre volte con l’acqua. Nonostante ciò il fuoco si è acceso. Subito la sua preghiera è stata esaudita.

Gesù dice: “Non sprecate le parole come i pagani che credono di venire esauditi grazie alle loro parole”. Noi siamo in questo pericolo di elencare senza mettere la condizione essenziale per le nostre preghiere e le rinunce che facciamo in Quaresima… Alcuni hanno fatto rinunce, ma quando si chiede loro il motivo nessuno sa rispondere. Il motivo è l’Amore. Tutte queste rinunce devono essere addobbate come un regalo. Esse devono essere confezionate nell’Amore.
Io desidero rispondere all’Amore che mi guarda e mi parla dalla croce. Desidero pregare per Amore anche se sono ferito, povero e misero.
La santa Messa, il Rosario, le opere di carità, tutto assume una dimensione più profonda. Se lo Spirito d’Amore è con noi siamo veri figli di Dio.

La preghiera deve iniziare con il cuore aperto, come la Madonna ci insegna da tanti anni. Ci dice: “Cari figli, pregate con il cuore”.
Che cosa significa pregare col cuore? Pregare con amore.
La vostra venuta in pellegrinaggio deve essere per amore. “Maria, desidero venire da Te e da Tuo Figlio Gesù. Desidero che il Tuo Amore mi trasformi, affinchè io torni a casa cambiato, per essere perdonato e iniziare una vita nuova. Pregare il Rosario ogni giorno”. Questo è lo scopo del pellegrinaggio.

Non si tratta di turismo religioso. Qui non abbiamo turismo. Ci sono due monti di pietre e una chiesa nuova, non antica. Non c’è turismo, ma c’è qualcosa di più forte, di più grande: la vicinanza di Dio e l’Amore della Madonna che qui possiamo addirittura toccare.

Gesù insegna ai Suoi discepoli che il Regno di Dio è vicino. In noi ci deve essere il desiderio del Regno di Dio. Avere tale desiderio significa desiderare la santità.
Alcuni pensano: “Potessi almeno arrivare in Purgatorio. E’ molto meglio dell’inferno. Si celebreranno Messe per me e qualcuno pregherà. Poi entrerò in Paradiso”. Questo è sbagliato. Dobbiamo avere in noi il desiderio di andare direttamente in Paradiso. A questo servono preghiere, devozioni, Messe. Per andare incontro al Signore che ci aspetta.
Non dobbiamo pensare che non sia male finire in Purgatorio. In Purgatorio non è bello. Lo possiamo leggere nella vita dei santi che avevano visioni di quel luogo.

Pregare col cuore significa essere aperti a Dio per lasciarLo operare.
Una storia racconta che un parroco esercitava il suo ministero in una parrocchia lontana. Ogni domenica doveva camminare per 4 ore nel bosco. Per arrivare in orario doveva partire il mattino presto mentre era ancora buio. Un mattino era in mezzo al bosco e ha sentito i tuoni che annunciavano la pioggia. Inginocchiatosi ha pregato Dio di fermare la pioggia per poter arrivare alla chiesa. Ha pregato il Signore di proteggere il suo abito e la Bibbia. Appena terminata la preghiera ha cominciato a piovere forte. E’ arrivato alla chiesa completamente bagnato. Ha predicato senza entusiasmo, perchè Dio non aveva esaudito la sua preghiera. Ritornato a casa non riusciva nemmeno a mangiare. Ha perfino pensato se doveva continuare il sacerdozio o meno. Non poteva più servire Dio che non esaudiva le sue preghiere. Gli sembrava che le sue preghiere non avessero senso. Mentre aveva questi pensieri tre giovani uomini sono entrati nel suo ufficio dicendo: “Signor parroco, siamo venuti ad incoraggiarla a continuare a servire Dio, perchè Lui è un Dio vivente”. Il parroco è rimasto colpito da queste parole e voleva sentire cosa dicessero i tre giovani. Essi hanno mostrato del denaro e hanno detto: “Alcune persone ci hanno pagato per ucciderla, perchè le sue prediche davano fastidio.  La attendevamo nel bosco con le armi, ma al suo passaggio ha cominciato a piovere forte e le nostre armi si sono bagnate. Così la abbiamo vista passare, ma non abbiamo potuto fare niente”.
Sentito ciò il parroco si è inginocchiato, ha ringraziato Dio e Gli ha promesso di servirLo per tutta la vita. Ha aggiunto: “Ho un Dio che non mi deluderà mai”.

Credo, fratelli e sorelle, che questo esempio ci riporti ad altri eventi della nostra vita. A volte abbiamo pregato perchè fosse fatta la Volontà di Dio, ma in realtà volevamo la nostra volontà. Dovrebbe essere il contrario: la nostra volontà dovrebbe essere in conformità con la Volontà di Dio.
La Volontà di Dio è la nostra salvezza. Solo questo.

La preghiera è un dialogo in cui desideriamo dire qualcosa al Signore. Perchè ci sia un dialogo ci vogliono sempre due persone. Spesso la nostra preghiera, invece, è un monologo. Parliamo, parliamo, parliamo e non lasciamo il tempo al silenzio. Non permettiamo a Dio di parlarci e che ci dica quello che Lui vuole.

I giovani non guardano la natura. Sono fissi sui monitor: tv, cellulare e computer. Ovunque ci giriamo vediamo giovani concentrati su questi monitor. Fin dall’infanzia sono esortati a fare così, in modo che i genitori siano meno impegnati con loro.
Le nostre preghiere sono come gli sms: sono abbreviazioni. Preghiamo come scriviamo i messaggi sulle applicazioni per tranquillizzare la nostra coscenza di aver pregato. Non sono preghiere: sono inganni.

Gli sportivi arrivano prima per scaldarsi; al teatro arriviamo prima per prendere posto. In qualsiasi evento bisogna venire prima. Così dovremmo venire prima alla Messa. Per questo qui a Medjugorje preghiamo due Rosari. E’ la preparazione alla santa Messa.
Lo stesso vale per la preghiera personale. Abbiamo bisogno di tempo. Dobbiamo scegliere un tempo della giornata in cui siamo rilassati e non la sera quando siamo stanchi o la mattina quando abbiamo fretta. Noi troviamo sempre il tempo per quello che ci piace, per i nostri hobby. Se amo Dio dovrei trovare tempo per Lui.

La preghiera è l’incontro con Dio. La qualità della preghiera non sta nella lunghezza, ma nell’apertura del cuore. Nella preghiera noi guardiamo il Volto di Dio come faceva Gesù. Il Vangelo dice che sul monte Tabor, mentre pregava, il Volto di Gesù si è trasfigurato.
Tutte le volte che preghiamo non si trasforma solo il nostro volto, ma anche la nostra anima, i sentimenti, i progetti. Tutto diventa conforme alla Volontà di Dio.

Nell’80% dei Suoi messaggi la Madonna dice: “Cari figli, pregate”. Noi non lo vogliamo. Cerchiamo miracoli, prodigi. Non vogliamo andare sull’autostrada, ma percorriamo la strada non asfaltata. Abbiamo la cervice dura, come gli israeliti.
Nella storia umana abbiamo visto tante volte quanto l’uomo sia superbo.    
Quando Dio non è al primo posto neanche la preghiera è tenuta in considerazione. Solo se Dio è al primo posto tutto è al posto corretto.

Qui a Medjugorje abbiamo visto come in 39 anni le persone siano cambiate, soprattutto quelle che vivono qui e incontrano i pellegrini.
Ho incontrato una donna che ha testimoniato così: “Appena scesa dal pullman, non ho nemmeno disfatto le valige, sono venuta subito alla chiesa. Era estate e ho visto migliaia di persone pregare il Rosario e centinaia di persone attendere davanti al confessionale. In me si è spaccato qualcosa e mi sono chiesta: ‘Sono normale io e quelli sono matti?’ Mi sono accorta subito di vivere una vita sbagliata. E’ come se i miei occhi si fossero aperti all’improvviso. In me è avvenuta la conversione in un attimo. Poi è cresciuta”.
Centinaia di sacerdoti hanno avuto qui la vocazione. Tantissime persone si sono convertite. Un fiume d’Amore di Dio scorre qui dall’81. Questo fiume scorre anche adesso e anche noi facciamo parte di esso.

Un sacerdote degli Stati Uniti, che ha ricevuto qui la vocazione sacerdotale, ha detto: “Sono venuto a Medjugorje la prima volta nel ’97 per due motivi: il primo era per fare un pò di ferie e il secondo era per poterlo raccontare ai compagni di scuola. Qui mi sono confessato dopo 6 anni. Ho imparato a pregare il Rosario. Per la prima volta nella mia vita ho sentito la pace profonda. Ho accolto la Chiesa cattolica anche se non capivo tutto. Ho deciso di prendermi tempo e di imparare. Qui ho vissuto la conversione del cuore. Anche se ero cattolico facevo tutto in modo superficiale. A Medjugorje si è infiammata la mia fede. Il tempo trascorso qui mi ha aperto all’Amore di Dio e mi ha aiutato a diventare discepolo di Cristo. Sono ritornato qui nel 2001, prima di entrare in seminario e ho rafforzato la mia decisione di vivere la Volontà di Dio”.

Fratelli e sorelle, mentre riflettiamo su questi frutti di Medjugorje e sui frutti di Dio nella nostra vita, preghiamo il Signore affinchè questa Quaresima sia completamente diversa e ricca di frutti. Tutto di noi sia immerso nell’Amore di Gesù.
Preghiamo di poter crescere nella santità.

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

fra Danko Perutina

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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