Omelie

Omelia della santa Messa – Medjugorje, 2 aprile 2020


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, nel terzo capitolo del libro dell’Esodo è descritto uno degli eventi più importanti della Bibbia.

Si tratta dell’episodio del roveto ardente e della rivelazione del Nome di Dio a Mosè. “Io sono Colui che sono”. Questo è il santo tetragramma con cui il popolo ebreo Lo può nominare. Tuttavia per rispetto del Nome di Dio gli ebrei non pronunciavano mai quella formula.
Essi hanno obbedito rigorosamente al Comandamento “non pronunciare il Nome di Dio invano”. Invece essi utilizzavano il termine “il Signore”.
Quando un ebreo legge le Scritture e trova il Nome di Dio utilizza sempre il termine “Adonai”, cioè “Signore” in ebraico.

Questa pratica è stata adottata anche dai cristiani dei primi secoli. Essi utilizzavano la lingua e scrittura greca e utilizzavano il termine greco “Kyrios” che significa “Signore”. A differenza del popolo ebreo i cristiani non utilizzavano questo termine solamente per Dio, ma anche per Gesù Cristo e più tardi anche per lo Spirito Santo.
Questo perchè i cristiani vedono in Gesù Cristo un vero Uomo, ma anche un vero Dio. In Lui riconoscono il Salvatore e Redentore.

Da un millenio la Chiesa la domenica confessa la Sua fede nella Santissima Trinità pregando il Credo. Nella parte centrale di questa preghiera chiamiamo Gesù “il Signore”. Poi diciamo che crediamo in “Dio vero da Dio vero, Luce da Luce”. Con queste affermazioni la Chiesa professa la fede in Gesù Cristo.
Tuttavia nella storia ci sono state comunità che non hanno accettato tali affermazioni e non hanno considerato Gesù Cristo vero Dio.

Un evento del genere è descritto nel Vangelo di oggi che racconta una discussione tra Gesù ed alcuni ebrei. Per gli ebrei era della massima importanza mantenere la fede in un solo Dio. Bisognava preservare la Sua Santità e quella del Suo Nome. Se un ebreo avesse pronunciato invano il Nome di Dio o Lo avesse insultato sarebbe dovuto essere punito.
L’evangelista Giovanni ci dice che volevano lapidare Gesù, perchè a loro avviso aveva trasgredito la legge.
Un autore scrive che questo passaggio contiene una delle affermazioni più impressionanti attribuite a Gesù. Lui dice di Se Stesso: “In Verità, in Verità Io vi dico: prima che Abramo fosse Io sono”.
In una sola frase Gesù viola diverse regole ebraiche. Si mette al posto di Dio e usa il Nome di Dio per Se Stesso. Con l’espressione “Io sono” Gesù allude chiaramente al testo del terzo capitolo dell’Esodo dove è descritta la rivelazione del Nome di Dio. Col dire “Io sono” Gesù si identifica con Dio. Dichiara una cosa che i suoi interlocutori non potevano assolutamente accettare. Per questa ragione volevano lapidarLo. I Suoi avversari vedono in Lui solamente un uomo e rimangono ciechi davanti ai Suoi miracoli. Non si rendono conto che Gesù non parla per Sua autorità, ma perchè mandato dal Padre Celeste.

Gli interlocutori di Gesù pensavano che Dio non avrebbe più parlato e non hanno riconosciuto i segni di Dio nella storia e non hanno letto i segni dei tempi.
Non hanno capito che tutte le promesse dell’Antico testamento avevano il culmine nella Persona di Gesù Cristo. Tutta la storia tende a Lui.

Una di queste promesse è stata data ad Abramo, come ci mostra la prima lettura. Dio fa un’alleanza con lui. Gli promette di diventare padre di una moltitudine di nazioni e di benedire lui e la sua discendenza.
Ma questa alleanza era solamente una preparazione dell’alleanza che Dio avrebbe stipulato per mezzo della Persona di Gesù Cristo. Per questo Gesù dice che Abramo si è rallegrato per le opere che Lui compie.

Con la venuta di Gesù tutti coloro che credono in Lui sono partecipi della benedizione data ad Abramo e ricevono molto di più. Coloro che credono in Lui diventano figli di Dio. Grazie a Gesù possono chiamare Dio “loro Padre”.
Gesù chiede a noi di accettarLo e di riconoscerLo come nostro Salvatore, di credere in Lui e nella Sua Parola. A coloro che Lo accettano e credono in Lui promette di diventare partecipi del Suo Regno e di non morire in eterno.

Cari fratelli e sorelle, queste promesse ci spronano a mantenere l’alleanza con Dio, a vivere responsabilmente il Sacramento del Battesimo con il quale diventiamo figli di Dio. Queste promesse ci spronano anche a credere in Gesù Cristo e cooperare con Lui per diventare parte del Suo Regno.
Riconosciamo i segni dei tempi per non diventare ciechi come gli avversari di Gesù, ma per vigilare in ogni momento della storia per vedere ciò che Dio desidera dirci, confidando sempre in Gesù Cristo.

Sia lodato Gesù Cristo.

fra Perica Ostojić

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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