Omelie

Omelia della Santa Messa – Medjugorje, 17 ottobre 2020


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiàni, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, questo è la continuazione del Vangelo della settimana scorsa.
Domenica scorsa Gesù ci aveva raccontato una parabola, cioè la storia di un re che aveva preparato una festa per suo figlio e gli invitati hanno trovato scuse per non venire. Gesù voleva far sì che i farisei, con questa parabola, potessero vedere se stessi e la loro interiorità.
Per questa ragione i farisei hanno cercato ogni espediente per coglierLo in fallo.

Ricordiamoci quando Gesù è stato invitato a pranzo dal fariseo Simone. E’ entrata una peccatrice pubblica ed ha lavato i Piedi di Gesù con le sue lacrime e Gli ha asciugati con i propri capelli. Simone il fariseo nel suo cuore critica. Gesù conosce il suo pensiero e per questo racconta un esempio.
Gesù, attraverso gli esempi e le parabole vuole ammaestrare e mettere gli ascoltatori davanti al proprio stato interiore.

Tutti noi sappiamo che quando qualcuno ci fa notare i nostri errori la prima reazione è quella di difesa e di giustificazione. Gesù cerca, in modo saggio, di mostrare a noi stessi le nostre difficoltà e vuole aiutarci. Non è facile vedere bene noi stessi nella Verità del Signore. Noi ci nascondiamo a noi stessi. Siamo un mistero a noi stessi. Questo mistero lo conosce solo Dio.

Per questo Gesù racconta queste parabole. In esse è nascosta la Verità ed è contenuto il messaggio per noi.
Siccome hanno scoperto questa Verità i farisei hanno convocato un sinedrio per mettere in difficoltà Gesù.

A Gesù venivano le persone con le proprie difficoltà per chiedere la guarigione o la liberazione per sè o per i propri cari. Venivano con dubbi o domande per avere la vita eterna. Ma da Lui venivano anche persone con pensieri nascosti o malizia nel cuore. Gesù conosce benissimo ciò che c’è nel cuore dell’uomo.
I farisei e gli erodiani, che non erano mai andati d’accordo, si sono uniti per cogliere in fallo Gesù.
I discepoli dei farisei e gli erodiani trovano una domanda molto scaltra da porre a Gesù.

Fratelli e sorelle, il modo con cui sono andati da Gesù in realtà nasconde ipocrisia. Dicono: “Sappiamo che sei veritiero. Tu non hai soggezione di nessuno, perchè non guardi in faccia nessuno”. Elogiano la Sua Giustizia e Verità.
Gesù scopre facilmente cosa c’è nel loro cuore e risponde in modo molto saggio.
Gli chiedono: “E’ lecito pagare il tributo a Cesare?” Qualsiasi risposta Lui dia per Lui è pericoloso. Ma Egli risponde in modo saggio: “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Cesare e Dio non sono allo stesso livello. Cesare dipende da Dio. “Rendete a Cesare quello che è di cesare” vuol dire “rendete a cesare quello che Dio vuole che gli si dia”.

Quando guardiamo la cosiddetta “opera politica” di Gesù possiamo di primo achito rimanere un pò delusi. Non fa nulla di concreto. Non fa una rivolta contro i romani. Ma in realtà và alle radici dell’uomo e entra nel suo cuore. Gesù trasforma il potere in servizio. Egli vuole liberarci da ogni paura: “Non abbiate paura di coloro che uccidono solo il corpo”.
L’uomo libero dalla paura è il più grande ostacolo per il potere terreno.
L’uomo pieno di paura è facile da manipolare. Se lo fai spaventare con lui puoi fare tutto quello che tipare.

Anche se Gesù non predica rivoluzioni il potere politico Lo teme e lo condanna. Era stato condannato già alla nascita da parte di Erode e al termine della Sua Vita da parte di Pilato.

Fratelli e sorelle, nell’ambito sociale e politico dobbiamo ubbidire, perchè san Paolo dice che ogni potere viene da Dio, ma coloro che comandano non sono onnipotenti e al di sopra della nostra coscienza. Siamo, però, invitati ad opporci quando questo potere emana leggi contrarie allo Spirito del Vangelo.
Siamo venuti a questa Eucaristia per ascoltare la Parola di Gesù e perchè ci illumini con il Suo Spirito per operare in maniera giusta nella nostra vita quotidiana.
Gesù non ci porta le soluzioni alle nostre situazioni concrete. Anche la Madonna qui non da soluzioni concrete, ma troviamo la via da percorrere. Lungo questa strada non siamo lasciati soli.
Gesù non è venuto ad eliminare tutti gli ostacoli dal nostro cammino, ma ci ha promesso: “Io sono con voi”.

Preghiamo che anche noi rimaniamo con Lui, affinchè possiamo operare nello Spirito del Vangelo e secondo la nostra coscienza. La coscienza è la Voce del Signore. La coscienza è Dio Stesso che parla al nostro cuore. La coscienza è sopra i re, sopra il potere terreno, sopra la democrazia.
Il Signore ci doni il Suo Spirito, ci illumini con la Sua Parola per poter essere Suoi in questo mondo.

Amen.

fra Ljubo Kurtović

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)
(Trascrizione a cura di A. Bianco)

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